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Roberto Rambaudi è stato intervistato da La Repubblica in vista del derby della Capitale in programma oggi alle 12:30. L'ex calciatore della Lazio, che ha perso soltanto uno delle sette stracittadine che ha disputato, ha parlato del momento della squadra di Sarri. Di seguito le sue dichiarazioni:
Lei, possiamo dirlo, è uno specialista.
"In quattro stagioni alla Lazio, ne ho perso solo uno. Il primo, 3-0 contro la Roma di Mazzone nel novembre ‘94. Prendemmo gol nel sottopassaggio: Balbo segnò al secondo minuto".
È un messaggio in codice per la sfida di oggi?
"Sì, l’atteggiamento iniziale è fondamentale, i primi minuti possono indirizzare l’intera gara. Bisogna partire bene".
E la stracittadina che ricorda con il sorriso?
"La rivincita di quel 3-0, al ritorno finì 2-0 per noi. Si parlò di ammutinamento nei confronti del 4-3-3 ultraoffensivo di Zeman, in realtà fu 4-4-2 solo all’inizio, perché io, che giocavo ala destra, mi piazzai sulla linea dei centrocampisti. Un tacito accordo per partire più cauti. Poi ricordo con piacere il derby di Coppa Italia del 21 gennaio ‘98: stavo per segnare, immaginavo già l’esultanza sotto la Nord, invece fui atterrato da Dal Moro sul più bello. Il rigore lo trasformò Jugovic".
Era la stagione dei quattro derby vinti su quattro, un’altra Lazio.
"Questa mi sembra piatta. Il linguaggio del corpo dei giocatori è preoccupante, sono nervosi, non c’è entusiasmo. Contro il Verona ho rivisto qualcosa dello scorso anno, ma è stata un’eccezione: la squadra non mi ha mai convinto, neanche nel precampionato. A parte quando è rimasta in 10 contro l’Atromitos a Rieti, quel 4-4-1 ha funzionato".
Neanche uno spiraglio di luce?
"Intanto il derby è una storia a parte, quindi può succedere di tutto. Poi Sarri le partite contro Gasperini le prepara bene. E di fronte non ci sono fenomeni".
Se fosse Sarri, su chi punterebbe.
"Darei subito una maglia a Pedro, la prima. E gli altri devono girare intorno a lui. Ha l’esperienza e la classe per queste partite: lo farei giocare dietro alla punta".
Una cosa che, nei panni dell’allenatore, avrebbe evitato?
"Non mi è piaciuto quando Sarri ha sminuito quanto fatto dalla Lazio lo scorso anno: è demotivante per i giocatori e poco rispettoso per Baroni. Questi sono buoni calciatori, ma vanno messi nelle condizioni di esprimersi al meglio".
Vale anche per Castellanos?
"Sì, se gioca a 50 metri dalla porta non è facile segnare. La Lazio crea pochissime occasioni, spero che nel derby riesca a rendersi più pericolosa in attacco. L’anno scorso, quando la squadra costruiva tante palle-gol, Taty segnava, almeno fino all’infortunio".
Cosa serve alla Lazio?
"Deve cambiare qualcosa. Non è questione di ruoli, l’ala destra o la mezzala sinistra, ma della squadra che è troppo passiva. Non domina le partite, non va in verticale. Mi auguro che nel derby ci sia la svolta, può accadere. Non ci si può aggrappare all’alibi del blocco del mercato, è necessaria una scossa".
Un vantaggio per i biancocelesti è l’assenza di Dybala nella Roma.
"Non la vedo così. Con lui in campo, la Lazio avrebbe moltiplicato l’attenzione, la sua presenza sarebbe stata una motivazione in più per i giocatori di Sarri. Di motivazioni, comunque, ce ne sono già abbastanza per la Lazio".
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