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Lazio, Reina: “Arrivato qui per Strakosha. Ma le cose sono cambiate”

Reina celebra la sua Andalusia

Il neo acquisto tra i pali per la Lazio, Pepe Reina, è intervenuto ai canali ufficiali del club biancoceleste dove si è raccontato

redazionecittaceleste

Di A. Federico Di Placido

I microfoni ufficiali della Lazio hanno scambiato quattro parole con Pepe Reina. Ecco di cosa ha parlato l'estremo difensore biancoceleste:

Sulla carriera

"Sin da piccolo il calcio è la mia più grande passione. Prima c'era una libertà che adesso non c'è più, si usciva e si rientrava per l'ora di cena. A casa avevamo delle regole che sono sempre state rispettate. Io e i miei fratelli ci siamo divertiti molto, poi mi sono dovuto allontanare per il calcio, avevo appena 13 anni. Sono sempre stato uno privilegiato: in primis per la mia famiglia. Sono andato via da loro per crescere come calciatore, alla fine ne è valsa la pena. Mia moglie ora è severa, mentre quello morbido sono io. Le pagelle dei nostri figli ci interessano, ma prima di tutto vogliamo che sia per i professori delle persone per bene. In futuro vorrei tornare a vivere a Madrid. Lì abbiamo una casa e delle idee di vita. Mi piacerebbe allenare. Chiedo alla mia famiglia ancora un po' di pazienza".

Sugli esordi

"Ero nervoso al Barcellona ma anche tanto stimolato. Ho lottato tutto la vita per realizzare mio sogno, a costo di sacrificare la mia infanzia. Alla fine ho avuto fortuna e tutto si è realizzato. Alla fine delle mia prima partita mi sono sentito sollevato, anche perché sull'1-1 feci un errore. Ma per fortuna mi tolsi un peso. Adesso ho quasi 41 anni e in Primavera c'è qualcuno che potrebbe avere l'età per essere mio figlio. L'esperienza serve in questo sport, affronti meglio alcune situazioni. Al Liverpool sono cambiato molto: lì si giocava per vincerle tutte. Tuttavia fu difficile spostarmi dal sole della Spagna al cielo grigio dell'Inghilterra. I Reds mi hanno rispettato tanto, sia quando andavamo bene che quando andavamo male".

Su Benitez

"Benitez è stato il mio primo papà sportivo. Ha sempre creduto nelle mie capacità. Ha visto in me un portiere diversi che si sposava con la sua filosofia. Gli sarò sempre grato per quello che mi ha dato per aiutarmi a crescere. Un allenatore moderno che voleva pensare al portiere come si fa adesso già 20 anni fa. Le mie caratteristiche erano ideali. Siamo stati fortunati. Mi sono trovato bene anche a Napoli, a me e alla mia famiglia ci hanno sempre trattato bene. Parliamo di anni meravigliosi".

Sulla Lazio

"Un punto importante per la mia carriera, sono arrivato in club che lottava per i vertici del campionato. Sono soddisfatto di poter giocare ancora a certi livelli alla mia età. Ad oggi devo dire che ho scelto una bellissima sfida, sono molto contento. Mi hanno portato qui per aiutare Strakosha a crescere e per dare una mano a tutto lo spogliatoio. Ho scelto la maglia biancoceleste per mettere a disposizione le mie avventure. Rispetto a come dovevano andare le cose, è stato un po' diverso. I calciatori della Lazio sono disposti a crescere e ad accettare i consigli, è importante per il gruppo".

Su Leiva

"Un uomo vero. In dieci mesi di Lazio abbiamo legato di più di quando eravamo al Liverpool. I nostri figli vanno a calcio insieme e le nostre figlie, invece, a ippica. C'è un forte legame. Sono fiero di essere suo amico".