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Edy Reja, ex allenatore della Lazio, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. In particolare, si è soffermato sulla rosa capitolina e sul ritorno di Maurizio Sarri in panchina. Di seguito le sue dichiarazioni:
Mercato bloccato, nessun acquisto, ma anche un organico già definito e quindi facile da analizzare. Reja, dove può arrivare questa Lazio?
"Io sono convinto che possa fare molto bene, ha una rosa ampia e completa che le consente di poter tranquillamente puntare ad un posto nella prossima Europa. A una condizione, però".
Quale?
"Che non venga ceduto nessun giocatore importante. Se dovesse accadere la rosa si indebolirebbe e, visto il blocco del mercato, non sarebbe possibile sostituire gli eventuali giocatori in uscita".
La società ha assicurato che non accadrà.
"E questa è un’ottima notizia, soprattutto per Sarri, che sta avendo la possibilità di lavorare sin dal primo giorno di ritiro con quella che sarà la rosa definitiva della sua squadra".
Si aspettava il ritorno del Comandante? Prima di lui, soltanto un altro tecnico era stato richiamato da Lotito, un certo Edy Reja...
"È vero, però le situazioni sono diverse. Io, dopo il primo ciclo durato due anni e mezzo, tornai a stagione in corso. La squadra era a metà classifica, rimontammo fino a sfiorare l’Europa. Non ci riuscimmo e preferii lasciare. Maurizio riparte invece da inizio stagione con altre premesse".
È lui l'unica novità rispetto alla scorsa stagione.
"Ed è una gran bella novità. Di più, è il valore aggiunto di una formazione che, ripeto, è composta da elementi molto interessanti".
Tornare in un posto in cui si è già stati non è però sempre una scelta vincente.
"Questo è vero. Però sono convinto che nel caso di Sarri-Lazio le cose andranno invece bene. Innanzitutto perché Maurizio torna dopo appena un anno, più di mezza squadra era con lui l’ultimo anno. Conosce bene l'ambiente, i giocatori, la società. Questo è un vantaggio mica da poco".
E poi, non essendoci l’Europa, potrà giocare una volta alla settimana.
"Anche questo è un elemento positivo. Certo, bisognerà anche trovare il modo di tenere tutti sulla corda, cosa non semplice quando si ha un solo impegno a settimana. Però per un allenatore come Sarri che sul campo lavora benissimo è decisamente un vantaggio non avere le coppe".
La rosa non potrà essere modificata. Ma secondo lei è completa così com’è?
"Io dico di sì, mi pare che ci siano due giocatori per ruolo, in alcuni casi anche tre. E il livello delle alternative è lo stesso dei titolari. Questa è una garanzia della validità della rosa ed è anche un elemento che servirà a tenere tutti i giocatori sempre sul pezzo".
Quali sono i rischi che Sarri dovrà evitare?
"Dovrà essere bravo a coinvolgere il maggior numero possibile di giocatori per evitare che nello spogliatoio ci siano musi lunghi. E poi sarebbe importantissimo partire subito bene, perché quella laziale è una piazza molto esigente e se i risultati non dovessero arrivare si creerebbe un clima poco sereno".
C’è un giocatore di questa Lazio che le piacerebbe allenare?
"Lo ammetto: ho un debole per Tavares. Calciatore dalle straordinarie capacità, in grado di fare sempre la differenza quando sta bene".
Sarri dovrà inquadrarlo tatticamente, però.
"Sì, lui è più un quinto di centrocampo che un terzino. Ma se c’è un allenatore che può farlo diventare un terzino perfetto questo è Sarri".
E gli altri?
"La Lazio ha complessivamente tanta qualità, non a caso ci sono tanti nazionali".
Un organico del genere, se gestito al meglio, può puntare anche alla Champions?
"Meglio andarci cauti perché altrimenti si rischia di creare troppe aspettative. Questa Lazio è sicuramente da Europa, per diventare da Champions avrà bisogno di crescere. E poi ci sarà da capire come si muoveranno le altre pretendenti. È chiaro che se qualche big dovesse vivere una stagione difficile la Lazio avrebbe grandi possibilità di inserirsi in alto".
Come fece la Lazio di Sarri nel 2023.
"Esatto. Ecco perché è lui la migliore garanzia della nuova Lazio".
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