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Intervistato dal Corriere dello Sport, l'ex calciatore della Lazio Karl-Heins Riedle ha parlato della sua esperienza in biancoceleste e del match di questa sera contro la Juve. Di seguito le sue dichiarazioni:
Era il 3 marzo 1991, pochi giorni prima Dino Zoff, tecnico della Lazio ed ex bandiera bianconera, aveva festeggiato 49 anni...
"Non ricordavo questa ricorrenza: vuol dire che gli abbiamo fatto un bel regalo. Il mister se lo meritava. Anche perché era la sua prima gara contro la Juve, con la quale aveva vinto tutto".
Riedle, cosa ricorda di quella sfida?
"Affrontare la Juve era sempre un'emozione particolare. Eravamo nei primi anni Novanta e il calcio italiano era quello più ambito: c'erano i campioni più forti, i giocatori migliori. Anche la mia Lazio era una buona squadra: forse nel calcio di oggi sarebbe stata competitiva per traguardi importanti, ma in quel contesto c'erano delle formazioni fortissime. Noi ci confrontavamo con loro. E la Juve era una di quelle".
Riedle sbloccò il risultato con un colpo di testa in torsione.
"Ricordo il cross da destra che fu leggermente deviato e io che dovetti fare un movimento particolare con la testa per raggiungere il pallone. Fu decisivo".
Non fu il suo unico gol all'Olimpico...
"Segnai anche l'anno dopo: perdevamo 1-0 ed eravamo rimasti in dieci. Feci gol saltando da fermo su una palla che rimbalzava in area di rigore".
Spesso dava la sensazione di essere in grado di rimanere in volo qualche istante in più rispetto agli avversari. Ma come faceva?
(Ride ndr.) "Nessuna dote particolare, diciamo che mi ha molto agevolato il fatto di aver provato da giovane a cimentarmi con l'atletica leggera. Per anni mi sono allenato tanto sul salto in alto e questo probabilmente mi ha dato una Mano. Mi ha permesso di capire bene i movimenti e come saltare in certe situazioni. Una volta iniziata la carriera da calciatore mi sono ritrovato quegli insegnamenti".
Per lei cosa voleva dire affrontare e segnare gol così importanti alla Juventus?
"Una grande soddisfazione: ripeto in quegli anni la serie A era il massimo per ogni calciatore. Io poi ho avuto la fortuna di segnare alla Juve anche con la maglia del Borussia Dortmund nella finale di Champions League. Tra i bianconeri c'erano difensori fortissimi e affrontarli in duello era qualcosa di molto stimolante. Mi è capitato di incontrarne uno pochi giorni fa...".
Di chi parliamo?
"Di Ciro Ferrara, che ho incontrato recentemente in Sardegna: un giocatore fortissimo. Che affrontato tante volte da avversario, sia quando era al Napoli che quando giocava con la Juve, ma riuscivo sempre a segnare. Mi portava fortuna: abbiamo un grande rapporto e posso permettermi di prenderlo un po' in giro: ancora oggi gli dico che grazie a lui ho segnato tanti gol (ride ndr). Ma battute a parte, era sempre complicato affrontarlo".
I suoi gol mandano in estasi lo stadio Olimpico...
"Che stadio... bellissimo. Mi legano tanti bei ricordi a quell'impianto. Nel 1990 ho vinto il Mondiale con la Germania giocando la finale contro l'Argentina. Io ero già stato acquistato dalla Lazio per la stagione successiva. Quando c'erano i big match, con Juve, Milan, Inter, era uno spettacolo. Sentivi un calore impressionante. Per non parlare dei derby poi...".
Come si trovava in coppia con Sosa?
"Un compagno fantastico. Sempre allegro, scherzoso: mi ha fatto fare tanti gol e credo anche io di avergliene fatti fare tanti. Ci completavamo: io saltavo di testa e caldavo con il destro, lui era tutto sinistro. Quando era in giornata era imprendibile. Un attaccante fortissimo. Come lo è stato anche Beppe Signori, con il quale ho giocato nel mio ultimo anno alla Lazio. Aveva anche lui un sinistro pazzesco. Era capace di fare gol da ogni posizione. Sono stati anni belli alla Lazio, che non dimenticherò mai".
Chi altro ricorda della sua Lazio?
"Doll, centrocampista fortissimo e mio connazionale. Winter che era bravissimo. Noi ci giocavamo sempre la maglia e uno andava in tribuna tra di noi. Ma c'era grandissima rispetto e stima. E poi Dino Zoff: un monumento del calcio. Per l'Italia era un po' come Franz Beckenbauer per la Germania".
Che Lazio-Juve si aspetta oggi?
"Difficile dirlo. Entrambe non vivono un momento brillantissimo. Ho visto qualche partita della Lazio ultimamente e ho visto che sono in una fase un po' altalenante. Ma sono convinto che con la Juve giocheranno una grande gara".
Manca un Karl-Heinz Riedle...
"Ma a me i calciatori piace molto e ti dico la verità, l'ho visto saltare di testa. Un po' ricordo il mio stile, è molto bravo a dare forza al pallone e a rimanere in volo. Può crescere tanto".
Lei segnò alla Juve, al Milan, nel derby, al Napoli. A Castellanos mancano un po' di gol decisivi nei big match...
"Ha tutto il tempo per riuscirci. So che ora è infortunato, ma gli auguro di sbloccarsi e segnare tanti gol".
Se la sente di fare un pronostico su Lazio-Juve?
"Mi auguro che vinca la Lazio: sarebbe una bella iniezione di fiducia in vista del proseguimento della stagione. Magari un 1-0 o un 2-1. Sarebbe una grande soddisfazione per tutti i tifosi. Che mi sono rimasti nel cuore".
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