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Lazio, la Roma Nuoto minaccia di ricorrere al Tar per il Flaminio. E il Comune…

Lazio, Flaminio
Nuova diffida da parte della Roma Nuoto nei confronti del Campidoglio per la situazione legata allo stadio: che succede e cosa aspettarsi
Stefania Palminteri Redattore 

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Promette battaglia la Roma Nuoto. E lo fa guarda caso nuovamente poche ore dopo la presentazione del Piano economico finanziario per il Flaminio da parte della Lazio. Oggetto della protesta della Roma Nuoto, che minaccia di ricorrere al Tar, è il comportamento del Comune di Roma, ritenuto in attesa del progetto biancoceleste e colpevole di non essersi ancora pronunciato su quello presentato ormai diverse settimane fa dalla Roma Nuoto stesso. “Essendo decorso ogni termine di legge relativamente alla conclusione del procedimento mediante dichiarazione di pubblico interesse, in mancanza della stessa, la sottoscritta si riserva di tutelare i propri diritti ed interessi” questo - riporta il Messaggero - il contenuto del sollecito inviato dalla Ccc, Costruzioni civili e commerciali Spa, che si occupa del progetto della Roma Nuoto.

Nella missiva non viene citato il Tar, ma sarà proprio al Tribunale amministrativo del Lazio che la Roma Nuoto farà riferimento nel contestare al Campidoglio la procedura di definizione del pubblico interesse per il progetto Roma Nuoto. Che, a detta degli interessati, sarebbe stata rallentata dalla disamina del Pef ritenuta necessaria da parte del Comune. Pronta la risposta della Ccc: “È stato consegnato il 30 dicembre 2020, ritrasmesso il 15 maggio 2024 ed è stato oggetto della determina favorevole alla conclusione della Conferenza dei servizi preliminare. A seguito delle dichiarazioni rese da rappresentanti di Roma Capitale alla stampa, il 10 gennaio 2025 è stata inviata anche la formale ‘asseverazione”’dello stesso piano”, riporta Repubblica.

In sostanza, in attesa che l’Autorità nazionale Anticorruzione - già interpellata a metà gennaio dalla Roma Nuoto e riunitasi il 19 febbraio - si pronunci nei prossimi giorni, il Comune viene pressato con la minaccia di un ricorso per chiedere il commissariamento per inadempienza. Dal Campidoglio, intanto, assicurano che l’iter sta regolarmente procedendo all’insegna della trasparenza e che la decisione verrà presa in massimo dieci giorni.