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Ha calato il jolly Nicolò Rovella. Il centrocampista della Lazio, ora in Nazionale con Gattuso (destinato alla panchina nella gara con l’Estonia), ha sfruttato al meglio l’occasione concessa da Sarri col Verona. Sarebbe partito titolare anche contro il Como, non fosse stato per la nascita nella notta della primogenita Venere. Andata e ritorno nella Capitale in poche ore per essere al fianco della compagna Diletta e poi di nuovo al Sinigaglia, in panchina e non al centro del campo come da programma.
Dalla disfatta di Como all’assolo col Verona, Sarri ha cambiato due pedine: fuori Lazzari e Cataldi, dentro Marusic e Rovella. E il centrocampista ha sfruttato al meglio l’occasione: suo il lancio che porta al primo gol della Lazio, suo anche l’assist per la testa di Castellanos. Sua, infine, la solita gara di corsa e sacrificio, che ha lasciato il segno anche sul tecnico biancoceleste.
In estate il ritorno di Cataldi, mai così bene come con Sarri, aveva messo in dubbio la titolarità certa dell’ex Monza. Rovella non si è lasciato scoraggiare, allontanando con decisione anche le voci sull’Inter: ha ribadito spesso tutto il suo attaccamento alla Lazio e alla prima occasione ha dimostrato a Sarri tutta la determinazione a mantenere quella maglia da titolare inamovibile che aveva conquistato con Baroni.
Detto, fatto. Cataldi troverà ancora spazio, ovviamente. Ma oggi le gerarchie sono ben definite: Rovella è il titolare della nuova Lazio di Sarri, il prodotto del vivaio biancoceleste vestirà invece i panni dell’alternativa di lusso, considerando l’alto rendimento dimostrato in carriera col Comandante.
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