cittaceleste news Lazio, Sacchi: “Sarri un maestro, raddrizzerà la barca. Nel derby punto sul tridente”

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Lazio, Sacchi: “Sarri un maestro, raddrizzerà la barca. Nel derby punto sul tridente”

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Le dichiarazioni dell'ex allenatore, intervistato da La Gazzetta dello Sport per parlare del tecnico biancoceleste e del derby della Capitale
Edoardo Benedetti Redattore 

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex allenatore Arrigo Sacchi ha detto la sua su Sarri, su Gasperini e sul derby della Capitale in programma domenica alle 12:30. Di seguito le sue dichiarazioni:

"Le sfide tra Lazio e Roma non sono paragonabili alle altre stracittadine. Mi spiego: il derby dell’Olimpico è qualcosa di speciale, di unico, fuori dal comune. Dura un anno intero. È sentito in un modo pazzesco, non c’è persona che non ne parli nei giorni precedenti. Spesso, vincendolo, si salva l astagione. Logico, dunque, che la tensione sia ai massimi livelli e che il primo problema degli allenatori sia proprio gestire l’aspetto psicologico".

Maurizio Sarri contro Gian Piero Gasperini: due suoi cari amici che si affrontano in un duello inedito: finora mai in un derby all’Olimpico.

"Giornata speciale, di quelle da ricordare e da raccontare ai nipotini. Sarri, il derby di Roma, lo ha già vissuto. Per Gasp, invece, è una prima volta. Anche loro, come i giocatori, dovranno prestare attenzione a tensione e implicazioni mentali".

Come se la giocherà Sarri? La sua Lazio non è partita benissimo.

"Ho visto Sassuolo-Lazio e capisco l’arrabbiatura di Maurizio. La squadra non risponde ancora ai suoi comandi. Però sono convinto che riuscirà a raddrizzare la barca: è un maestro, insegna calcio e, sei suoi giocatori avranno le buona volontà di seguirlo, usciranno dal tunnel".

Anche Gasp è chiamato subito al riscatto.

"Ho seguito anche Roma-Torino e devo ammettere che il Toro mi ha fatto una gran bella impressione. La Roma è finita meritatamente al tappeto. Ma va detto che in precedenza aveva vinto le prime due partite, i giallorossi hanno solo bisogno di tempo per apprendere la lezione di Gasp, altro maestro della panchina, mentre Sarri deve fare i conti con i mancati rinforzi a causa del mercato bloccato".

Se fosse alla guida della Lazio, che cosa farebbe?

"Punterei sul classico 4-3-3, che è il marchio di fabbrica, palla a terra e triangoli rapidi per cercare la superiorità numerica. Inoltre: linee compatte, vicine, perché così i giocatori possono aiutarsi e andare a fare i raddoppi di marcatura. È l’unico modo per superare la fisicità della Roma, che sull’aspetto atletico è superiore".

Un giocatore che può risultare decisivo?

"Il trio d’attacco. È dalle due ali e dal centravanti che ci si aspettano i guizzi per superare la difesa giallorossa. Ma più che un giocatore sarà decisivo l’atteggiamento: la Lazio, per battere la Roma, dovrà essere coraggiosa e attenta in fase di non possesso".

E se fosse al posto di Gasp che cosa chiederebbe?

"Marcature uomo su uomo, come sempre, palloni in verticale alle spalle dei difensori laziali per creare difficoltà, e tanto pressing offensivo. La Roma per vincere dovrà attaccare con saggezza gli spazi e non farsi trovare scoperta nella fase di ripartenza".

Che cosa le piace di Sarri?

"Non è un mistero che nella primavera del 2015 lo consigliai al presidente Berlusconi per il Milan. Non se ne fece nulla, poi Maurizio andò al Napoli e creò una squadra spettacolare. Di lui apprezzo l’armonia che riesce a dare alle sue squadre e il coraggio che trasmette ai giocatori. Ho visto il suo Empoli mettere sotto, sul piano del gioco, il Milan a San Siro. La Lazio dovrà diventare sfrontata come lui desidera e dovrà mandare a memoria schemi e movimenti. Le squadre di Maurizio, quando sono al massimo della forma, sembrano dei piccoli computer: non le fermi neanche se provi a staccare la spina".

E di Gasp che cosa ammira?

"Quello che ha fatto all’Atalanta è sotto gli occhi di tutti, e sono convinto che solo lui potesse riuscire nell’impresa di far diventare protagonista in Europa una squadra di provincia. Fa giocare un calcio moderno, aggressivo, dove il pressing ultra-offensivo è il primo comandamento. Inoltre pretende una totale dedizione dai giocatori, fa sostenere allenamenti molto pesanti, chiede il massimo e, per quello che si è visto, lo ottiene. Alla Roma sarà difficile, l’ambiente è particolare, molto caloroso, facile all’esaltazione quando si vince e alla depressione quando si perde. Serve equilibrio, e Gasp penso proprio che ne abbia in abbondanza".

Pronostico?

"Eh no! Questo non potete chiedermelo, non sono un mago e poi si tratta di due amici. Dico solo che la Roma, in questo momento, mi sembra un po’ più avanti, ma ciò non significa che sia favorita. È solo più avanti nel percorso di crescita".