La Lazio si prepara a scendere in campo nel Derby della Capitale per rialzare la testa dopo due sconfitte. Appuntamento fissato alle ore 18:00 per il calcio d'inizio di una sfida storica, la numero 179. Una partita che non ha bisogno di presentazioni, la tensione è nell'aria da giorni e in ballo c'è l'orgoglio della città. Svaniscono i tre punti: vincere il derby ha un valore unico. E se ne sono resi conto sia Maurizio Sarri che Jose Mourinho. Il Comandante biancoceleste sembra essersi ambientato perfettamente nel mondo biancoceleste. Parla a difesa dei suoi tifosi, non si nasconde e non fa mai mezzo passo indietro. La Lazio gli ha fatto tornare la voglia di allenare e il legame con l'ambiente si è già solidificato. Dall'altro lato del Tevere anche il portoghese si è calato bene nella realtà giallorossa. È il solito Mourinho sarcastico, pungente, che sa sempre farsi notare con una vena polemica. Due grandi allenatori, così tanto diversi, pronti a darsi battaglia per la terza volta nel Derby della Capitale.
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Lazio, Sarri vs Mourinho: un derby tra due filosofie opposte
![Sarri e Mourinho Sarri e Mourinho](https://prd-images2-gazzanet.gazzettaobjects.it/Mc0snikAiKfTlkRz0zIx_nfqwhI=/full-fit-in/528x329/smart/www.cittaceleste.it/assets/uploads/202109/41d4bed186a6ef6dbf497da66253897b-scaled.jpg)
La bellezza del Sarrismo
—"Aprite le porte alla bellezza" recitava il video di presentazione di Maurizio Sarri come nuovo allenatore della Lazio. Scegliere il tecnico toscano è un atto di fede, bisogna credere nella sua filosofia di calcio e lasciare tempo e spazio affinché i suoi principi germoglino nella testa dei propri calciatori. A un anno e mezzo di distanza questa è la sua Lazio, frutto di un lavoro reciproco e continuo: da una parte Sarri ha dovuto scardinare dei dettami tattici del passato, dall'altra ha preservato quei meccanismi che funzionavano e continuano a funzionare. È una squadra 'sarrista' con la difesa alta e tanto palleggio ma molto più verticale, le caratteristiche lo portano a giocare in profondità. E questo aspetto Sarri lo ha salvaguardato: le idee si sono trovate a metà strada, senza dover rinunciare mai alla bellezza.
Il 'risultatista' portoghese
—Se si dovessero evidenziare le differenze più nette tra Sarri e Mourinho si potrebbe dire che il primo mette l'individuo al servizio della squadra, il secondo la squadra al servizio dell'individuo. Il sacrificio è il simbolo dell'idea del portoghese: difendere in maniera compatta per poi sfruttare gli spazi che la partita ti lascia a disposizione e le individualità della squadra per trovare la giocata giusta. Le squadre dello 'Special One' non esprimono un calcio spumeggiante ma di certo pragmatico e volto al risultato. In un dibattito tra 'giochisti' e 'risultatisti', com'è di moda chiamarli oggi, Mourinho si annovera tra i secondi.
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