cittaceleste news Lazio, il maestro e l’allievo: Sarri sfida Fabregas. Ma al Chelsea non fu amore

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Lazio, il maestro e l’allievo: Sarri sfida Fabregas. Ma al Chelsea non fu amore

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Sarri e Fabregas si ritrovano, stavolta da avversari e in panchina. Al Chelsea l'amore non sbocciò mai nonostante l'intesa sembrasse naturale
Stefania Palminteri Redattore 

La Lazio parte da Como, inizierà al Sinigaglia la stagione biancoceleste dopo un'estate che non lascia i migliori presagi verso la nuova annata. Ma tant'è, Sarri ripartirà dalla base che ha trovato al suo ritorno a Formello e punta subito l'esordio contro i lariani. Ritroverà Fabregas, quasi per uno scherzo del destino. Di fronte avrà l'ambizioso - economicamente e tecnicamente - progetto della Famiglia Hartono, a guidare i comaschi sarà un allievo di Sarri. Nonostante, durante il periodo di convivenza al Chelsea, l'amore tra i due non è mai sbocciato.

Nonostante, comunque, l'intesa sembrasse cosa naturale. Almeno, sulla carta: "Mai avrei pensato di provare di nuovo le sensazioni che mi sta dando. Purtroppo è arrivato un po' tardi nella mia carriera, mi sarebbe piaciuto averlo prima. Cosa è cambiato? Tutto passa da me. Tocco la palla cento volte, il gioco passa attraverso me o Jorginho. Quello che ci fa esprimere è quello che vorrò fare anche io da allenatore, ne sonocerto", dichiarava il tecnico spagnolo all'arrivo di Sarri sulla panchina dei blues, nel 2018. Un anno e sole sedici presenze tra tutte le competizioni dopo, invece, spiegava: "Sarri voleva puntare su Jorginho, che aveva avuto al Napoli ed era arrivato al Chelsea per 60 milioni.

A me non bastava giocare l'Europa League e Coppa di Lega, io sono sempre stato titolare. Volevo essere sempre protagonista. Così alla fine sono andato via. Sarri è un buon allenatore e una persona di cuore, ma ha convinzioni molto forti a livello tattico, è superstizioso e non cambia idea. Ci fissava gli allenamenti sempre alle 15. Chi aveva famiglia come me, in quel modo non vedeva i figli tutto il giorno. Gli avevamo chiesto di spostare le sedute al mattino, ma ci disse che dovevamo allenarci alle 15 perché una studiosa di Pisa aveva provato scientificamente che quello è l'orario migliore per il corpo".

Oggi è cambiato tanto, tantissimo. Tutto, perché Fabregas è oggi il leader tecnico di un progetto molto ambizioso. Un'ambizione che ha riconosciuto anche Sarri negli ultimi mesi: "Attenzione al Como, ha speso tanto e il prossimo anno lotterà per andare in Europa", diceva il Comandante a margine del suo Clinic a Castiglione della Pescaia. E ancora: "Era prevedibile che Cesc diventasse allenatore, com'è facilmente prevedibile che nel giro di un paio d'anni sarà in una top europea per capacità, intelligenza e background da calciatore".

Si ritroveranno da avversari e in panchina, con idee di gioco simili ma con letture differenti di varie situazioni. La Lazio ha l'obbligo di partire con un ruggito dopo l'estate turbolenta che ha caratterizzato la preparazione biancoceleste. Altrettanto vuole il Como, che al Sinigaglia, davanti ai suoi tifosi, non vuole sbagliare il debutto che può regalare tanto alla piazza comasca. È il più classico dei cliché, dove il maestro Sarri fa visita all'allievo Fabregas: motivazioni e scelte possono fare la differenza. Al campo l'ultimo, decisivo verdetto.