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Lazio nelle Scuole, Felipe: “Tutto si raggiunge con impegno e sacrificio”

La Lazio nelle scuole
Tutte le parole di Felipe Anderson intervenuto in occasione dell'appuntamento che vede i calciatori biancocelesti nelle scuole della città
redazionecittaceleste

Continuano gli appuntamenti della società biancoceleste con l'iniziativa "La Lazio nelle scuole", evento che porta negli istituti della Capitale tesserati della Lazio per affrontare temi delicati come il bullismo e il cyberbullismo. Oggi presso l’IIS Biagio Pascal presenti Felipe Anderson per la prima squadra maschile e Silvia Vivirito per quella femminile, oltre che lo psicologo del club Chiavetta, il team manager Maurizio Manzini oltre che il falconiere Juan Bernabè e l'aquila Olympia. Nel corso dell'evento ha preso la parola Felipe Anderson:

"Nello sport ogni giorno è difficile perché devi sempre dare il massimo, bisogna lavorare sempre di più, ma tutto si può raggiungere con l’impegno e il sacrificio. Rinunce? Ho lasciato casa a 13 anni. Quest’anno sono 10 anni che sono in Italia, sono felice e sono tornato presto. Sappiamo che stare lontano dalla famiglia è difficile, tutti gli sportivi soffrono, ma è una scelta che rifarei sempre perché era il mio sogno e tutti i sacrifici che ho fatto ne valgono la pena.

Come si gestisce la preparazione a una partita?Personalmente quando mi preparo bene durante la settimana mi sento tranquillo. Prima soffrivo di più la preparazione alla gara, ora ho imparato che se la preparo meglio da prima mi sento più tranquillo. Consigli per salire di categoria e migliorare? I bambini devono trovare una passione e divertirsi. Quando inizi a crescere e decisi che è la tua strada devi dare tutto. C’è molta concorrenza, bisogna togliere le distrazioni e lavorare sulla propria passione. Insegnanti? Quando ho deciso di andare in un’altra città per un provino ho dovuto saltare degli esami, era un giorno decisivo per la mia vita. Una professoressa non mi ha aiutato e mi hanno bocciato. Ma gli altri mi hanno aiutato e seguito.

Bisogna aiutarsi, capire i momenti da entrambi i lati. Idoli? Da bambino la nazionale brasiliana era molto forte, Roberto Carlos e Ronaldinho tra gli altri. Sono idoli non solo miei ma di tutto il mondo. Il derby? Di solito i derby si vivono già un mese prima, la città lo vive. Noi dobbiamo stare tranquilli, la pressione già si sente. Quando mi sento pronto non vedo l’ora di entrare in campo, quest’anno la squadra si sentiva fiduciosa. Nella settimana del derby, dopo il gol e la vittoria, si provano sensazioni indescrivibili.