A secco ormai da troppo tempo. Tre amichevoli, un solo gol. Non una grande figura per l’attacco della Lazio, ma neanche un allarme in vista. L’ha spiegato molto bene Sarri ieri in conferenza stampa: la squadra sta facendo fatica a scaricare i carichi di un ritiro impegnativo. Non c’è motivo di preoccuparsi, non quando in attacco si ha il capocannoniere della Serie A in ben tre delle ultime cinque edizioni. È bene ricordarlo sempre, visti i vuoti di memoria, ma a parlare sarà il campo. Si ripartirà da Immobile, Felipe Anderson e Zaccagni. Non da Pedro, per il momento, ancora ai box a causa del colpo rimediato a Valladolid.
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Lazio, si riparte dal secondo miglior attacco in A ma dipenderà dalla difesa
In panchina ci saranno i giovani: Cancellieri, Romero, Raul Moro. Il primo pronto a far rifiatare Immobile se dovesse esserci occasione, il secondo invece pronto a consacrarsi, il terzo forse in attesa di un prestito. In ogni caso, si ripartirà dai numeri. E da quei settantasette gol segnati nello scorso campionato, che valsero alla Lazio il secondo miglior attacco della Serie A. L’obiettivo è ripetersi e chissà anche far meglio, magari trovando qualche soluzione nuova e aggiuntiva per rendersi pericolosi dalle parti della porta avversaria. Sia centrocampo che in difesa. Marcos Antonio potrebbe portare imprevedibilità e soluzioni in più, diverse rispetto a quelle di Leiva. Basic, quando in campo, potrebbe portare un alto tasso di pericolo per i tiri dalla distanza.
In difesa poi avere un terzino sinistro di piede mancino creerebbe altre possibilità ma Sarri è stato chiaro: si è fatto un anno con Marusic adattato, se ne possono fare anche due. Proprio verso la difesa però dovranno andare gli altri sforzi: i cinquantotto gol presi sono troppi. La decima difesa del campionato non può supportare il secondo miglior attacco: proprio da qui, dai numeri, riparte la Lazio di Sarri. Migliorarsi in questo rapporto potrebbe aiutare a raggiungere il traguardo Champions.
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