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Lazio, Taibi: “Provedel? Ho rivisto il gol almeno 50 volte. Lui come me…”

Provedel
Le parole dell'ex portiere ed attuale tecnico della Reggina sul gesto tecnico di Ivan Provedel, autore del gol in Champions contro l'Atletico

Come un passaggio di testimone tra portieri con il vizio del gol. Da Massimo Taibi Ivan Provedel, l'ex portiere ha commentato alle colonne de LaGazzetta dello Sport il colpo di testa di vincente del portiere della Lazio e suo ex calciatore ai tempi di Modena contro l'Atletico Madrid. A Taibi era capitato di segnare nel 2001 in Reggina-Udinese: "Ha riportato attenzioni sul mio nome" - scherza Taibi - "Ero a cena dopo aver visto a

San Siro Milan-Newcastle, appena ho saputo del gol di Provedel, ho voluto rivederlo, almeno cinquanta volte... Anche perché, a 21 anni, è stato mio giocatore al Modena". 

Che giudizio si è fatto sul gol?

"Per me un portiere che va all’attacco cerca solo di creare scompiglio nell’area avversaria. Ma Ivan ha segnato muovendosi da attaccante. Ha seguito il lancio di Luis Alberto ed è andato a colpire di testa come fa un goleador. Quando mi capitò di segnare lo feci quasi per caso. Sì, nell’azione precedente avevo anche calciato a rete e avevano salvato sulla linea, ma ci riprovai perché mi trovavo lì...".

Che cosa prova un portiere quando segna?

"Penso che il 90% di chi passa una carriera tra i pali si chiede come sia la felicità per un gol segnato e vorrebbe tanto provarla. Quando si neutralizza un rigore o si fa un grande parata, il portiere spesso lancia un urlo di rabbia. Esultare per un proprio gol è diverso. Ho visto che Provedel si è messo a correre, come feci io. È un’emozione inattesa quanto forte e non sai come esprimerla...".

Si vede che Provedel aveva cominciato da attaccante?

"Direi di sì. Anche perché lui aveva già segnato con la Juve Stabia tre anni fa. Anch’io facevo l’attaccante, ma a 13 anni mi misero in porta. Poi feci un provino con il Licata e Zeman mi fece ingaggiare".

Quanto conterà questo gol per Provedel?

"Ora i tifosi gli chiederanno di andare in avanti quando occorre... Ma lui sa che deve pensare solo a parare. Conosco bene Ivan: meticoloso, pignolo e critico con sé stesso. Ha fatto tanta gavetta. Ora è nel giro della Nazionale e sono sicuro che avrà le sue chance. Rispetto ai miei tempi ora è più difficile fare il portiere: devi esser bravo con piedi. Immagino che già dopo il gol Ivan stava già pensando alla successiva partita: è fatto così. Però la gioia di un gol segnato te la porti per sempre ed è bello che la gente poi si ricordi di quella prodezza anche nel tempo".

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