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Taty nervoso, Zac spento e Dia in difficoltà. Lazio: l’attacco spara polveri bagnate
Fosse stata una partita ufficiale, senza dubbio alcuno, il commento al triplice fischio sarebbe stato, comprensibilmente, lapidario. Contro il Fenerbahce di Mourinho la Lazio fatica, più tatticamente che fisicamente (nonostante le gambe siano visibilmente ancora imballate), in lungo e largo. Le attenuanti della sfida amichevole ci sono, ma i campanelli d'allarme vanno comunque ascoltati e non ignorati. E il più rumoroso suona dal reparto offensivo, dove abbondano le polveri bagnate.
Né Castellanos né Dia (in campo nella ripresa al rientro dallo stop alla caviglia) riescono a rompere il digiuno che li accompagna dall'inizio delle amichevoli. L'argentino ha giocato di più (60 minuti in campo contro i turchi) senza mai trovare lo spunto giusto. È apparso invece nervoso, non riuscendo mai a far giocare le mezzali oppure ricevere da queste una trama di gioco.
Discorso invariato al momento dell'ingresso in campo di Dia: il senegalese corre, lotta, viene in mezzo al campo a prendersi il pallone. Il risultato è lo stesso: la Lazio non riesce a essere pericolosa. Zaccagni dal canto suo è apparso ancora spento, Cancellieri ha provato a farsi vedere senza grandi risultati. Tempo di lavorare c'è ancora ma urge quanto prima una soluzione. Le polveri del reparto offensivo biancoceleste non possono rimanere bagnate.
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