Di Francesco Nese
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Lazio Time Machine | 13 maggio 2009: Zárate e Muslera eroi della finale infinita
La stagione 2008/2009 della Lazio in Serie A fu caratterizzata da alti e bassi. I biancocelesti partirono bene, conquistando la vetta della classifica dopo sei giornate, ma un calo di rendimento li fece scendere al settimo posto. Una leggera ripresa permise alla squadra di Delio Rossi di rimanere a soli quattro punti dal quarto posto alla fine del girone d’andata. Quello di ritorno, però, fu alquanto deludente, con solo sei vittorie all’attivo ed un decimo posto finale. In 38 partite, la Lazio ne perse ben 18: record negativo in un campionato a venti squadre.
Discorso completamente diverso per la Coppa Italia, dove i biancocelesti trionfarono in finale contro la Sampdoria. Il percorso, però, partì da lontano a causa del dodicesimo posto in campionato della stagione precedente. L’esordio arrivò, nei trentaduesimi di finale, contro il Benevento, battuto con un netto 5-1. Nel turno successivo sconfissero l’Atalanta per 2-0, mentre agli ottavi superarono il Milan con una rete di Pandev nei tempi supplementari dopo l’1-1 dei regolamentari.
In occasione dei quarti, invece, la Lazio ospitò il Torino allo Stadio Olimpico e vinse per 3-1 in rimonta. In quella stagione la Coppa Italia cambiò formula e soltanto la semifinale rimase con gare di andata e ritorno. Così, i biancocelesti affrontarono due volte la Juventus ed entrambe le sfide finirono per 2-1 in favore della squadra di Delio Rossi. Successivamente, arrivò il momento della finalissima.
Lazio-Sampdoria
—Il 13 maggio 2009 è il giorno della finale. È mercoledì e allo Stadio Olimpico di Roma sono presenti 61.482 spettatori, dei quali circa 16.000 sono tifosi doriani. Il direttore di gara è Rosetti, coadiuvato dagli assistenti Calcagno ed Ayroldi e dal quarto uomo Rizzoli. Il piano del tecnico avversario, Walter Mazzarri, è chiaro: attendere la Lazio e cercare di colpire con le ripartenze ed il talento di Cassano e Pazzini.
Piano che, però, viene subito mandato in fumo da una prodezza di Zárate. Al 4’, il numero 10 biancoceleste supera prima Stankevicius sulla fascia mancina, per poi accentrarsi ed evitare anche Campagnaro. Dal vertice dell’area di rigore, poi, scarica in porta un destro potente che supera Castellazzi. La squadra di Delio Rossi va ad un passo dal doppio vantaggio al 27’, quando Pandev non riesce a ribadire in rete una conclusione di Kolarov respinta malamente dal portiere doriano.
Occasione sprecata e Sampdoria che trova il pareggio quattro minuti più tardi: Cassano vede l’inserimento di Stankevicius sulla destra e lo serve con un lancio preciso. Il numero 23 stacca di testa e fa la torre per Pazzini, il quale batte Muslera con una torsione aerea. È 1-1 all’Olimpico. I successivi attacchi biancocelesti sono imprecisi e non riescono a sbloccare il risultato di parità. Dunque, la gara prosegue ai tempi supplementari e poi ai tiri di rigore.
Si batte sotto la Curva Sud occupata dai tifosi della Samp ed il primo a presentarsi dal dischetto è Cassano, con Muslera che lo ipnotizza e che para il rigore. Ci pensa, dunque, Ledesma a portare subito in vantaggio la Lazio. Per i doriani pareggia Palombo e, subito dopo, Rocchi fallisce colpendo il palo. Qui, comincia un botta e risposta che porta la lotteria dei rigori sul 5-5: segnano Pazzini, Gastaldello, Accardi e Delvecchio per la Sampdoria, mentre esultano Rozenhal, Kolarov, Zárate e Lichtsteiner per la Lazio. A questo punto, Muslera diventa l’eroe della serata parando il secondo tiro di rigore ai danni di Campagnaro. Il quattordicesimo ed ultimo calciatore a presentarsi sul dischetto è Dabo, il quale pesca l’angolino alla destra del portiere avversario e regala alla Lazio la quinta Coppa Italia della sua storia.
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