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Lazio, 28 candeline per Cataldi: dalla redenzione alla titolarità

Danilo Cataldi e Maurizio Sarri
Il centrocampista di Ottavia dopo le difficoltà del passato è diventato centrale per la squadra biancoceleste anche grazie al lavoro di Sarri

redazionecittaceleste

Giornata di festa in casa Lazio. In questo 6 agosto che manderà in archivio la preseason della squadra biancoceleste con l’amichevole contro il Valladolid, si festeggiano due ricorrenze importanti. Da un lato il settimo anniversario della firma di Milinkovic con la prima squadra della Capitale, dall’altro i ventotto anni di Danilo Cataldi. In quell’estate di sette anni fa il centrocampista del vivaio biancoceleste compiva ventuno anni e arrivava dalla prima stagione giocata con la maglia della Lazio addosso. Pioli lo apprezzava e lo aveva lanciato in campo nella seconda metà di stagione, conclusa con le immagini di Cataldi con la fascia da capitano al braccio.

Marcos Antonio e Danilo Cataldi

La storia tra la Lazio e il ragazzo di Ottavia però non è tutta rose e fiori. Due anni dopo l’esordio, tra poco spazio e qualche difficoltà, arriva il primo prestito: sei mesi al Genoa, poi un anno al Benevento. Con la maglia dei campani Cataldi torna all’Olimpico, contro la sua Lazio, e segna un gol ininfluente per la squadra. Non per lui: non esultanza, chiede scusa. Forse più per quanto accaduto poco meno di un anno prima. A Genoa Pandev segna il gol del 2-1, la gara finirà poi 2-2 ma Cataldi si lascia andare ed esulta per punti ritenuti fondamentali per i liguri. Il gesto non piace alla Nord, seguono botta e risposta e il futuro in biancoceleste sembra complicarsi.

Cataldi però non ha mai mollato. Ha sempre voluto prendersi il suo spazio nella Lazio, è tornato ed è rimasto da gregario. Fino a diventare, con l’arrivo di Sarri, molto di più. Un anno di alternanza con Leiva e ora la concorrenza con Marcos Antonio. Danilo, che oggi compie ventotto anni e a cui vanno gli auguri di tutto il popolo biancoceleste, parte con i gradi da titolare per dare al brasiliano tempo di ambientarsi. Poi parlerà il campo, ma con la certezza di un giocatore ritrovato e fondamentale per quella sua Lazio che ama sin da bambino.