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Lazio, altro vertice tra Sarri e Fabiani: c’è da ri-programmare la nuova stagione
È già tempo di fare tabula rasa in casa Lazio. Dopo neanche un mese dalla firma per il ritorno ufficiale sulla panchina dei capitolini, che avverrà tecnicamente l'1 luglio, Sarri e il club si ritrovano al punto di partenza. Con il blocco del mercato biancoceleste imposto dalla Co.Vi.So.C tutti i piani vengono clamorosamente stravolti. La prospettiva più plausibile, oggi, porta a uno stop operativo effettivo fino a gennaio, quando sarà invece possibile agire in totale libertà. Si ripartirà dal gruppo squadra arrivato settimo in Serie A e fermatosi ai quarti di finale di Europa League, senza smantellare e senza immettere liquidità nell'immediato. Fino ad allora, ovviamente, ogni tipo di costo sarà contenuto.
Partendo dai rinnovi, dove le uniche operazioni effettuate in casa Lazio si rifanno ai nomi di Pedro e Vecino. La Lazio, così, non ha dovuto operare ritocchi. Invocano l'adeguamento, invece, Romagnoli e Gila: il centrale ex Milan classe 1995 lo reclama - pubblicamente - dal post partita di Lazio-Juventus, parlava di promesse non mantenute. Oggi guadagna 3 milioni di euro, vorrebbe uno stipendio da Champions League, come gli era stato promesso, che arriverebbe a toccare i 3,8 milioni di euro. La Lazio, oggi, non può garantirli.
Stesso discorso vale per Gila, che si ferma invece alla soglia del milione di euro percepito. Tantissime le richieste per lui, ma Sarri e la Lazio per ora fanno muro. Difficile ipotizzare, però, che senza un adeguamento nei prossimi sei mesi il centrale spagnolo classe 2000 possa restare in biancoceleste. Senza, quantomeno, storcere il naso. "Per lui - ha dichiarato Lotito - ho già rifiutato offerte da 40 milioni di euro, come Castellanos e Rovella". Ci sono anche Provedel, Mandas, Marusic e Lazzari nella lista dei biancocelesti con cui, eventualmente, programmare prolungamenti.
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