Bella e perfetta, anche senza Immobile. La Lazio, orfana del suo bomber e uomo chiave, supera a pieni voti il banco di prova forse più difficile da affrontare da inizio stagione. La pratica Atalanta viene archiviata con un 2-0 che rilancia la squadra in piena zona Champions occupando un terzo posto più che meritato. La vittoria ottenuta però è l'ennesima opera d'arte di Sarri in biancoceleste, forse la più bella da quando è sulla panchina della Lazio. Con un filo conduttore tra difesa, centrocampo e attacco, le tre decisioni prese dal tecnico di adozione toscana hanno dato forma al capolavoro compiuto a Bergamo.
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Lazio, la vittoria di Sarri: le mosse vincenti studiate meticolosamente
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Scelte ponderate e studiate a lungo quelle di Sarri per la formazioni di ieri. Le tre scelte sono state decisive. La prima, in difesa, è Casale: quasi a uomo su Muriel fa arrendere subito il colombiano che in preda al nervosismo chiude anzi tempo la partita. A centrocampo la quantità di Vecino viene preferita alla qualità di Luis Alberto (90 minuti in panchina): contro centrocampi così fisici era quasi scontata la presenza di Vecino. L'uruguaiano non molla un centimetro sia quando si è mosso da mezzala sia quando ha agito da regista al posto di Cataldi. Il colpo di classe di Sarri è un attacco privo di punti di riferimento: Felipe Anderson da falso nueve è una gioia per gli occhi. Gol, sponde e coperture da area ad area, Ciro può riposare per ora.
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