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Cristian Ledesma è il nuovo allenatore dell'Under 17 biancoceleste. L'ex calciatore, attraverso una lunga intervista rilasciata ai microfoni ufficiali del club, ha parlato di questa sua nuova esperienza da allenatore. Di seguito le sue dichiarazioni rilasciate all'interno dell'intervista:
"Ritorno alla Lazio? È un piacere, un momento che aspettavo da tanti anni, ovvero tornare a casa. Non a caso ho la pelle d'oca, perchè veramente è bello ritornare in un'altra veste, con un po' di anni in più, con qualche chiletto in più (sorride, ndr.). Però è bello ritornare qua, è bello rimettersi una maglia con quello stemma, è bella la responsabilità di poter avere la possibilità di dare qualcosa ai giovani, che era il mio sogno. Era un giorno che aspettavo, ero convinto nella mia testa che sarebbe arrivato. La telefonata della Lazio per allenare il settore giovanile? Ero nervoso, perchè per me non era come tutti gli altri incontri che ho fatto in questi anni. C'era nervosismo di non concludere la trattativa, però era questo l'anno giusto. Nervosismo c'era, ma allo stesso tempo la speranza di ritornare. Cosa mi aspetto da questa annata? Un campionato bello, conoscendolo so che è una categoria importante, dove escono tante promesse nel calcio italiano. Un bel campionato impegnativo, formativo, mi aspetto di poter dare tanto ai ragazzi, di farli crescere, di vincere, perchè ci alleniamo tutti per vincere. La speranza è quella di formare giocatori sia nella parte tecnico-tattica, ma soprattutto nella cultura sportiva.
Prima del campionato ci sarà Lazio-Roma per la 32esima edizione della Scopigno Cup? Iniziamo tranquilli, l'anno che torno io viene fuori questo sorteggio (sorride, ndr.), ma è sempre bello affrontare un derby, le squadre più forti. Ci stiamo preparando per il campionato, perchè poi questo torneo arriva anche molto a ridosso dell'inizio della preparazione. Però é sempre un derby, una partita, un torneo importante, a cui bisogna dare la giusta importanza. Come posso trasmettere il senso di appartenenza? Bisogna stare molto attenti, molto freddi nel trasmettere il giusto equilibrio perchè per rappresentare una società così importante a un derby ci vuole soprattutto molto equilibrio. Quello che abbiamo vissuto da giocatori è diverso, ma sicuramente ci dà una marcia in più per trasmettere.
Caratteristiche delle mie squadre? Cerco intanto nel settore giovanile di lavorare con il gruppo che la società mette a disposizione. È la società che forma i gruppi, e noi dobbiamo migliorarli. Le caratteristiche che cerchiamo per mettere su una squadra è quella di dare un'identità e andare avanti, non pensare tanto agli avversari, ma cercare soprattutto nei primi mesi di dare un'identità. Dopodiché va trasmesso tutti gli insegnamenti del calcio di oggi, ma la mia idea è quella di dare delle opzioni, delle armi ai ragazzi che alleniamo per far sì loro scelgano con forza, capacità e personalità dentro al campo.
Un mio suggerimento per migliorare il settore giovanile italiano e le nazionali? Lavoro, mi considero un uomo di campo. Credo tantissimo nel lavoro, ma anche nell'opportunità, nel coraggio, perchè è vero che il talento c'è, ma se non ci lavori nel giusto modo non arriva. Il consiglio che darei è quello di pensare che non è tutto da buttare in questa generazione, perchè si dice che è una generazione che non ha valori, invece secondo me è una generazione che ha tante cose positive, qualcuna negativa, ma pure noi l'avevamo. Quanto coraggio manca agli allenatori delle massime serie per lanciare i giovani? Tante volte manca il coraggio nell'accettare l'errore, nel far sì che questi ragazzi possano sbagliare, il che non significa che uno è contento degli sbagli o che nessuno abbia voglia di vincere. Per coraggio nel settore giovanile intendo "facciamoli sbagliare correggendo" ma sapendo ed essendo consapevoli che possono sbagliare, e che il compito nostro è quello di farli migliorare per far sì che con l'andare del tempo non sbagliano più o che sbagliano di meno".
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