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RIVIVI IL LIVE | Diluvio e Delirio – Lazio, Lotito: “Senza Cragnotti non saremmo qui”

Michele Cerrotta
Il patron biancoceleste interviene dalla sala stampa del centro sportivo durante l'evento di presentazione del libro per il secondo scudetto

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Va in scena direttamente dalla sala stampa di Formello la conferenza di presentazione di Diluvio e delirio, lo scudetto più incredibile di sempre, libro scritto da Manuele Baiocchini e Valerio Spina per celebrare i venticinque anni del secondo scudetto della Lazio. Tanti i presenti per l'occasione nel centro sportivo biancoceleste, tra questi anche il presidente Claudio Lotito. Queste le sue parole: “Non esiste futuro senza passato. Il passato del quale bisogna far tesoro come esperienza, motivazioni e aspetto valoriale. Il termine lazialità sembra superficiale per chi non la conosce, non la comprende e non la vive. Ma la Lazio è più di un circolo e lo dimostra la storia di Manzini, il rinunciare a interessi personali per qualcosa al di sopra di tutto. Al tempo delle Olimpiadi si fermavano le guerre perché lo sport era al di sopra d tutto. La Lazio ti rapisce, ti coinvolge emotivamente. L’ho sempre voluta come una grande famiglia al servizio della gente.

A volte ci possono essere incomprensioni, perché spesso chi dirige deve fare delle scelte che possono anche essere considerate non condivise. Ma l’importante è che vengano fatte nell’interesse del club. La Lazio oggi emana valori sostanziali, fondamentali. È l’unica società insignita del titolo di Ente Morale. E questo ruolo me lo porto sulle spalle anche con orgoglio e grande responsabilità. Un mio predecessore donò il campo della Lazio durante la guerra per sfamare chi non poteva sfamarsi. L’aspetto del coinvolgimento emotivo e dello stare al servizio della gente è la cosa più importante, proprio per il grande potere mediatico che ha.

Il calcio è inclusione, rispetto delle regole, spirito di gruppo e merito. Cose che spesso sono andate perse. Capacità di aiutare l’altro in momenti di difficoltà. Noi dobbiamo farlo nella vita, dando strumenti veri: io parlai di calcio didascalico e moralizzatore: che insegnasse e rappresentasse i valori della società civile. Ho un grande rispetto per quello che ha fatto Cragnotti. Oggi sto qui perché senza di lui la Lazio non sarebbe esistita. Erano altri tempo, oggi ci sono regole più stringenti e complicate che obbligano ad assumere comportamenti legati all’aspetto bilancistico. Prima questo non era un elemento fondamentale perché c’era ‘il patron coglion che metteva i soldon’. Oggi ci sono parametri che vanno a inibire la possibilità di crescita di un club. I diritti televisivi all’epoca si trattavano individualmente, oggi in maniera collettiva e ripartiti in rapporto a diversi parametri.

Ho sempre detto che bisogna distinguere tra tifosi, che sono i veri appassionati e rinunciano anche ad alcune cose per la propria squadra del cuore, e 3-400 persone che fanno del calcio un interesse, e accade a livello nazionale. Io l’ho combattuto per riportare il rispetto dei valori, è una cosa fondamentale perché bisogna capire che non deve esserci la mentalità di vincere sempre a qualsiasi costo, ma solo se c’è merito. A volte abbiamo raccolto meno di quanto seminato, ma è un problema di tempo: dissi di voler costruire una casa sul cemento armato e non sulla sabbia.

Per tutelare il numero di matricola mi sono fatto carico di una serie di situazioni, sarebbe stato più agevole fare come Fiorentina e Napoli. Ma abbiamo dato un segnale, ho voluto far vedere a Sergio il centro per far capire che io l’ho conservato, preservato e migliorato. Il mio compito, al di là del ruolo di azionista, è quello di tutelare, preservare e tramandare i valori di questo club. E va fatto bene, per far sì che questo club continui.

Io voglio e spero che mio figlio sia nella condizione di poterlo portare avanti. Ha le capacità, speriamo non desista da questo intento. Ma non è un problema di famiglia, quanto di tramandare e portare avanti i valori del calcio. Lo faccio anche nelle istituzioni politiche, perché ritengo che questo club possa insegnare a tanti come comportarsi e valori fondamenti della nostra vita. Grazie Sergio, perché se oggi siamo qui è per te e per chi ci ha preceduto. Tu hai raggiunto grandi risultati sportivi, io ho vinto qualche coppa ma non desisto. Con organizzazione, capacità e spirito di gruppo i risultati arrivano”.