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Giornata di vigilia a Formello. Si avvicina un nuovo turno di Serie A per la Lazio, l’ultimo prima della terza sosta per le nazionali della stagione. Pausa cruciale per recuperare i tanti infortunati, ma prima servirà un’altra impresa domenica alle ore 20:45 a San Siro per sfidare l’Inter di Chivu. Proprio in vista del match allora, direttamente dal centro sportivo biancoceleste, va in scena la conferenza della vigilia di Maurizio Sarri. Segui dalle 12:15 la diretta scritta e costantemente aggiornata di Cittaceleste.it.
L’Inter è la più forte del campionato?
“Insieme al Napoli è la rosa più forte in Italia. Ha fatto due finali di Champions negli ultimi tre anni, ci sono poche squadre superiori anche in Europa”.
La Lazio che ha vinto con la Juve può essere sufficiente per una grande partita a San Siro?
“Per noi il livello di difficoltà è elevatissimo e negli ultimi anni il gap si è ampliato con queste squadre. Ma al di là del rischio dobbiamo guardare anche le opportunità. Sappiamo tutti che sarà durissima, sarà difficile anche giocando ai massimi livelli. Ma c’è un’opportunità, proviamo a coglierla”.
Come sta Romagnoli?
“Oggi si è allenato, sta abbastanza bene. Domani mattina vediamo come si sveglia e insieme al dottore e al ragazzo decidiamo”.
A che punto del percorso stagionale è la Lazio?
“I percorsi di costruzione non sono mai lineari. Ci sono passi falsi e passi indietro, l’importante è toccare nuovi livelli piano piano. Stiamo facendo passi in avanti soprattutto a livello di mentalità nei confronti delle partite, ma spero ci siano ancora tanti margini”.
Quando rientrerà, Cancellieri potrà fare il centravanti?
“Vediamo, le sue caratteristiche negli ultimi due o tre anni si sono delineate molto. Lui può fare anche l’attaccante centrale, ma solo in ripartenza. In una gara a campo chiuso mi sembra più difficile”.
Come ha visto Dia? Noslin avrà una chance?
“Dia è molto criticato da quanto ho visto. Io non posso saltare addosso a un giocatore criticandolo perché mi fa un paio di gare senza grande qualità ma dando una mano alla squadra. È un pregio questo. Poi tutti si aspettano che un attaccante concluda a rete due o tre volte in una partita. Ma quando queste cose non gli vengono lui non ci fa mancare nulla e va comunque apprezzato. Si spera poi che cresca, ha qualità anche in fase offensiva. Noslin vediamo, è un giocatore non strutturato nel senso che con lui è difficile capire quale potrebbe essere la soluzione ideale. Ha tante caratteristiche da esterno, qualcuna da punta e altre da seconda punta. Non è facile da inquadrare. Ma se ci continuano a mancare sette o otto giocatori a partita verrà anche il suo momento”.
Si aspettava questo lavoro da Chivu?
“Sono allenatori che stanno venendo fuori in questo momento, valutarli sulla base di tre mesi è difficile. Come impatto ha avuto grande personalità, ha le caratteristiche per diventare allenatore di grande livello. A me piacciono più i percorsi di chi fa cento partite con squadre inferiori, quando alleni squadre così è difficile valutare un allenatore. Ma come impatto mi ha fatto una grande impressione”.
Che cosa rappresentano le 148 panchine con la Lazio?
“Finora niente, non lo sapevo (ride, ndr). Sono numeri importanti, fa piacere metterli insieme con una squadra a cui vuoi bene, con cui hai un buon rapporto professionale e un rapporto affettivo forte. Sono molto più importanti per questo motivo che dal punto professionale”.
Lo scorso anno la Lazio ha segnato 17 gol sugli sviluppi dei piazzati, ne ha parlato con la squadra?
“Stanno mancando tempi, stacchiamo quando siamo fermi nella posizione finale. Significa che si sbagliano i tempi. La zona di caduta della palla non è sempre eccezionale, è un aspetto su cui stiamo facendo male. Ne parliamo con la squadra, ma è difficile anche metterla a posto”.
Questa rosa ha dimostrato di essere più forte rispetto alle aspettative?
“Essere tosti per un mese riesce a tutti, per sei mesi a pochi e per undici a uno. Noi siamo fra quelli tosti per un mese per ora, vediamo per quanto ce la facciamo. Penso siano considerazioni premature, sei partite in un campionato sono il 5%, è poco per dire se siamo una rosa più forte di quello che credevano tutti. Ci davano all’inizio fuori dall’Europa e quest’anno molte squadre arrivate subito dietro alla Lazio si sono rinforzate. Ora vediamo se questa crescita la portiamo fino in fondo”.
Le è dispiaciuto non aver potuto schierare spesso Provstgaard finora?
“Ha delle qualità, soprattutto ha un’applicazione feroce. Ha potenziale tirato fuori solo in parte, con quel carattere lì sicuramente riuscirà a tirarlo fuori. Non ha ancora l’esperienza di Romagnoli, ma secondo me diventerà un giocatore importante in Serie A”.
La gara con l’Inter indicherà a che punto è questa squadra?
“Questa Lazio quest’anno non può arrivare da nessuna parte. Non carichiamo i giocatori di responsabilità che in questa stagione è giusto non abbiano. Non pensiamo di poter giocare alla pari con l’Inter, ma non vuol dire che non possiamo farlo. Se facciamo risultato andiamo oltre la logica e noi andiamo lì per farlo. Le motivazioni devono esserci sempre quando si gioca con una squadra simile in uno stadio importante. Servirà umiltà, ma alle qualità mentali va aggiunta la convinzione. Non quella di facciata che si fa coi giornalisti, che non conta un cazzo. Ma quella vera, venticinque folli scatenati disposti a morire in campo per fare risultato”.
Quattro quinti della difesa sono in scadenza. Sta ragionando anche su questo nei giocatori che sta cercando?
"Se la società mi dice se il mercato è aperto o no, allora si faranno i rinnovi. Chiama il presidente e senti. Ci sono tanti giocatori vicini alla scadenza che sarebbero da rinnovare, a meno che la società non abbia cento milioni da spendere per comprare altri giocatori. Per il resto parlate con Fabiani. Non chiedetemi neanche degli infortunati perché non sono un medico".
A che punto è Isaksen?
"Nelle ultime tre partite si sono viste due o tre versioni di Isaksen di livello. La gara di Pisa fa parte dell'evoluzione normale di questo ragazzo dopo che ha sparato tutto in quella con la Juventus. Ci aspettiamo una crescita più costante. Ha potenzialità, vediamo se riesce a tirarle fuori fino in fondo".
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