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RIVIVI IL LIVE | Lazio, Fabiani: “Detto no a tanti milioni. Mercato, indice e Pellegrini: vi spiego”

Fabiani
Il direttore sportivo biancoceleste interviene in conferenza stampa a margine della presentazione dei tre nuovi acquisti del mercato invernale
Michele Cerrotta

Giornata di presentazioni a Formello, dove la Lazio presenta i tre nuovi acquisti del mercato invernale Ibrahimovic, Belahyane e Provstgaard. A margine delle conferenze prende la parola anche il direttore sportivo biancoceleste Angelo Fabiani. Segui le sue parole con la diretta scritta di Cittaceleste.it.

Provstgaard lo seguivate da più tempo? Era fatta col Pisa, si era parlato dell’Udinese.

Il 25 agosto io mandai a vedere dal vivo Oliver. Era un giocatore da noi già attenzionato, l’avevamo scovato tra i tanti profili trovati durante lo scouting. Poi i giocatori vanno visti dal vivo, quello che proietta il televisore non dà mai completezza. Mandai un osservatore e ci confermò le nostre impressioni. Non è stato mai lontano dalla Lazio, quando poi stringi mano all’agente, al giocatore e alla società la cosa è quasi fatta. Ero convinto che appena avremmo finito certe operazioni il ragazzo sarebbe venuto alla Lazio”.

Avete deciso chi verrà inserito in lista UEFA?

A breve la consegneremo. Sono state fatte anche lì riflessioni con l’allenatore e avallate dalla società. Non bisogna alterare gli equilibri che fin qui hanno fatto la differenza nello spogliatoio. Più tardi saprete quali sono i calciatori in lista in Europa”.

Pellegrini al Besiktas ha un fondamento di realtà?

Non so quando chiude il mercato, ma è un’operazione estremamente complessa perché dovrebbe essere trasferito alla Juventus, che dovrebbe poi cedere definitivamente al Besiktas o a un’altra squadra. La vedo una soluzione abbastanza difficile e complicata. Atteso che ufficialmente non abbiamo avuto nessuna richiesta se non sentito qua e là qualche interessamento. Ma di ufficiale non abbiamo sentito nulla”.

È più complicata la Champions per la Lazio dopo i mercati delle altre?

È una domanda a cui è difficile risponde. So solo che alla 23esima giornata di campionato i ragazzi stanno facendo un percorso molto importante. Per cui quello che sarà il futuro non so dirlo, ma posso ribadire che sempre in linea con quanto ho detto la Lazio ha iniziato un nuovo ciclo, che non può essere circoscritto a cinque o sei mesi ma che dovrà essere valutato nell’arco del tempo. Penso almeno tre anni. Non abbiamo fatto una rivoluzione ma quasi, oggi siamo soddisfatti per alcune scelte non semplici. Queste scelte ci stanno dando soddisfazioni, mi auguro che questo avvio di campionato possa confermare tutto quello che abbiamo fatto fino adesso. Juve, Milan e le altre si sono rinforzate? Beh, io devo guardare in casa Lazio. Non guardo in casa delle altre. Se hanno fatto mercato in modo massiccio forse è perché qualcosa non ha funzionato prima”.

Cosa è successo con Pellegrini?

Mi sarebbe piaciuta la stessa domanda dopo la chiusura della lista in estate, quando non c’era Hysaj. Rispondo tranquillamente, dico sempre la verità. La valutazione di mettere in lista la fa il tecnico in base alle esigenze e a ciò che ha in mente. E viene ovviamente avallata dalla società. Se è emerso che Pellegrini non fa parte della lista in campionato, è una scelta credo ponderata a 360° dal tecnico, avallata dalla società. Si è presa questa strada, poi ci possono essere i se e i ma, ma con questi non si va da nessuna parte. Ci sono dati oggettivi da affrontare, percorsi. Si va avanti poi con le idee, che possono essere giuste o sbagliate. Basic? Era in procinto di andare alla Cremonese e non ha voluto andare, non si è fatto nulla anche col Sassuolo. Poi l’allenatore nel suo stanzino fa delle valutazioni, anche pensando alla chance di poter cambiare ogni tanto sistema. E io devo assecondare le esigenze dell’allenatore. La società va dietro alle indicazioni del tecnico come il tecnico a volte va dietro a quelle della società. Se la società avesse preso un Nesta l’allenatore sarebbe stato il più contento al mondo, ma la filosofia della Lazio è scovare profili interessanti, come già fatto con altri. Non a caso abbiamo avuto diverse richieste, ma il tecnico ha messo il veto e noi abbiamo avallato in linea con la nostra idea, che a gennaio vuole rinforzare e puntellare. A luglio si apre una nuova fase di mercato, se va via Castellanos dovrò prendere un calciatore più forte o di pari livello. Noi potevamo incassare circa 100 milioni di euro. Abbiamo detto no perché questo scaturisce da considerazioni tra presidente, direttore e allenatore. Tenendo anche conto della necessità di rispettare la piazza. I veri acquisti sono stati il respingere la tentazione di vendere i giocatori”.

Che si aspetta da Noslin e Tchaouna?

Sono due giocatori molto giovani. Mi sembra forzato dire che vanno aspettati, ma a un certo punto si stabiliscono equilibri di squadra e alcuni hanno minutaggio inferiore. Ma devo dire che guardando i giocatori di movimento il minutaggio è equilibrato per tutti. Il dato positivo è il modus operandi di Baroni, che cambiava anche otto elementi tra campionato ed Europa. Chiaramente quando vengono meno le coppe giocano spesso e volentieri determinati giocatori perché forse sono più affidabili per il tecnico. Siamo soddisfatti di Tchaouna, abbiamo rifiutato bei soldini fino all’ultimo giorno. E siamo soddisfatti di Noslin, penso faranno qualcosa di importante alla Lazio. L’importante, come hanno detto i nuovi arrivati, è che il gruppo trovato sia sano e affiatato. Che si rispetta e rispetta”.

Ci sono situazioni di rinnovo su cui sta lavorando?

Non è mai stato un problema. Molti giocatori che poi andavamo a scadenza hanno rinnovato, non credo qui ci siano queste impellenza. Ora, chiuso il mercato, perché no. Se ci sono esigenze ne parliamo serenamente. Abbiamo Pedro che a Braga ha corso come uno di 28 anni, era in scadenza lo scorso anno e gli è stato rinnovato il contratto. Marusic e Mandas anche, si potrà parlare di rinnovo e adeguamento, premesso che a Marusic il contratto si rinnova automaticamente di un anno”.

Ha capito quanto margine ha ancora Gila?

Io onestamente non capivo perché non giocava”.

Cosa l’ha resa più orgoglioso in questa stagione, dove si può migliorare?

Non ho tempo per gioire e godermi nulla. Il calcio è talmente strano, talmente una brutta bestia che subito dopo ti poni di fronte a situazioni difficili e quello che hai fatto si azzera. Il dispiacere è non riuscirsi a godere spesso neanche una vittoria, ma chi fa questo mestiere lo sa. Fa piacere vedere un popolo intero che festeggia e si gode la vittoria, così come si vede in quello che viene scritto su giornali e siti e detto nelle trasmissioni”.

La formula per Belahyane e Provstgaard?

Io in tempi non sospetti ho detto che il calcio si fa anche in tanti modi. Conosco tute le dinamiche. Quando dico che il mercato è un poker allargato dico esattamente questo. Il mercato si può fare gettando i soldi, perché non dai valore al denaro, ma anche con le idee. Lo abbiamo dimostrato con le operazioni Rovella e Pellegrini, così come lo abbiamo fatto quest’anno. Non è che non abbiamo pagato, ma esistono tante formule e tecniche per poter arrivare a un obiettivo nell’immediato senza incorrere in sanzioni o penalizzazioni. Senza andare incontro a situazioni non contemplate nel nostro ordinamento. Abbiamo usato formule diverse ma certificate. Questi due sono giocatori di proprietà. L’unico che è arrivato diversamente è Ibrahimovic perché il Bayern non voleva darcelo a certe condizioni ma sono sicuro che se vorremo tenerlo in estate non ci saranno problemi”.

Quanto è importante la Champions per la società?

Non voglio fare pronostici perché poi vengono sovvertiti. Oggi c'è una forbice che si è vista, c'è un trend che abbiamo visto da questa squadra. Se si continua con l'umiltà e il lavoro ci possiamo togliere delle soddisfazioni, ma non possiamo mai abbassare la guardia. In questo campionato ci sta che l'ultima rende difficile la vita alla seconda. Già da domenica che viene il Monza dove sembra una partita scontata ma vedrete che non sarà così, anzi credo che sarà una delle partite più difficili che andremo ad affrontare. Quando ci sono queste squadre che si possono sottovalutare la presunzione ti può giocare brutti scherzi. Sono già in tensione per la partita di domenica, conosco il calcio e so che spesso se sottovaluti qualche squadra quei punti non li recuperi più. Speriamo di aver fatto tesoro di alcune cose".

Senza queste formule diventa impossibile fare mercato?

Ho detto una cosa diversa, è sfuggito il controriscatto. Non faccio il giornalista, non so chi fa il titolo. Se faccio un'operazione e mi viene messo un controriscatto io sono sempre perdente, per questo faccio un'altra operazione. Nel caso di Provstgaard e Belahyane non c'è alcun controriscatto, ma abbiamo riservato una piccola percentuale di futura rivendita. Il Bayern voleva il controriscatto e aveva altre vedute, poi la differenza la farà il calciatore. Se dovesse trovarsi bene può rimanere qui alla Lazio e questo può essere un elemento a nostro favore. Il Bayern non ha rifiutato questa formula, ma tiene a questo giocatore e ha spinto per avere questo controriscatto. Vedremo a fine anno cosa verrà fuori. Sugli altri non c'è nulla da eccepire, sono giocatori della Lazio. Abbiamo trovato formule giuste come negli anni precedenti".

Qual è la collocazione tattica di Dele-Bashiru?

È una domanda tecnica che potrete fare al tecnico. Io non entro nel merito delle scelte dell’allenatore, così come l’allenatore non deve entrare nel merito delle scelte della società ci deve stare rispetto, coinvolgimento e sintonia tra le parti per creare quella alchimia giusta che viene poi trasferita all’interno dello spogliatoio. Io non vado a parlare delle scelte, vanno assecondate priorità e idee del tecnico. Sulle uscite l’ho detto ieri: il tecnico mette un veto, che arriva ovviamente fino a un certo punto. Se arriva una società che dà 100 milioni cambiano le cose. Abbiamo detto no a Romagnoli, a Rovella, a Dele-Bashiru, a Tchaouna e a tanti altri. Non solo abbiamo assecondato il parere del tecnico, ma abbiamo certificato e messo un timbro sul nostro programma, ossia creare un gruppo importante nel tempo e non deludere nessuno. Avessi dato Tavares a 50 milioni qualcuno si sarebbe lamentato. Sono stato chiaro: a gennaio no, a luglio se arriva una proposta importante che risolve i problemi la società lo fa serenamente, sentendo l’allenatore ma in modo diverso. Oggi siamo in piena corsa per Europa e campionato, come possiamo prendere in giro la gente? Abbiamo sempre detto che noi non andiamo a indebolire la squadra. Devi anche fare rinunce importanti, ma la coerenza ci deve essere”.