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Giornata di vigilia a Formello. Si avvicina un nuovo turno di Serie A per la Lazio, ancora alle prese con tante assenze per infortunio. Ultimo della lista Nuno Tavares, ai box almeno fino allora sosta. Servirà allora un’altra impresa domenica alle ore 20:45 allo stadio Olimpico per sfidare la Juventus di Tudor. Proprio in vista del match allora, direttamente dal centro sportivo biancoceleste, va in scena la conferenza della vigilia di Maurizio Sarri. Segui dalle 14:15 la diretta scritta e costantemente aggiornata di Cittaceleste.it.
Che partita si aspetta?
“Difficile, giochiamo contro una squadra che ha giocato alla pari con il Real Madrid. Servirà testa, consapevolezza di momenti di difficoltà da affrontare tutti insieme con grande sacrificio. Serve capacità di sofferenza”.
Che ricordi ha degli anni alla Juve?
“Pochi. Ci sono stato solo una stagione giocata per metà a porte chiuse. Una stagione particolare, resta la soddisfazione di aver vinto uno Scudetto con una squadra a fine ciclo come poi si è visto”.
Chi giocherà a sinistra?
“Tavares ho letto che si è fatto male in allenamento, ma non si è mai allenato dopo domenica. Lunedì ha fatto scarico e mercoledì aveva ancora dolore. Non dovrebbe essere nulla di particolare, ma deve stare fermo qualche giorno. Speriamo sia solo un affaticamento. Pellegrini ha fatto una piccola parte di allenamento ieri, è fermo da tre settimane. Vediamo oggi la reazione e poi vediamo. Provstgaard è un’opzione ma in certi casi. Domenica in un momento in cui arrivavano palloni in area nostra e Marusic era arrivato abbiamo messo un giocatore di buon impatto fisico. Ha fatto un paio di settimane di allenamento in quel ruolo, ma è un difensore esterno atipico”.
In dieci anni non ha mai trovato queste problematiche fisiche. Avete rifatto un punto?
“Noi possiamo farlo anche ogni giorno. I giornalisti spesso vanno per luoghi comuni, ma sugli infortuni incidono duemila aspetti. Nel 2025 nessuno sbaglia più la preparazione. Conta la storia del giocatore, alimentazione e fisioterapia. Condizioni dei campi. Ci sono tanti fattori. Sui nostri posso dire che Gigot ha fatto un allenamento con noi, a Marusic salta aderenza a una vecchia cicatrice, Patric viene da un’operazione, Pellegrini ha un infortunio traumatico in parità. Rovella ha una vecchia problematica irrisolta, Vecino stessa storia dell’anno scorso. Lazzari da quando lo conosco ha un problema al soleo due volte l’anno. Zaccagni viene da un’operazione in quel distretto, Isaksen ha una malattia. Dele-Bashiru è colpa nostra, di tutto l’ambiente. Era tornato dalla nazionale in brutte condizioni ed è stato forzato per giocare il derby. Si parla solo di Castellanos e Cancellieri, due problematiche in tre mesi sono normali. Ma ci lascia l’amaro in bocca quello del Taty perché era in ottime condizioni. Cancellieri aveva qualche valore fuori regola, ma le analisi di giovedì ci sono arrivate di lunedì. I valori all’interno preoccupavano anche per Isaksen, ogni infortunio ha la sua storia e ne ho già scartati dieci su tredici. Ci lascia pensare Dele-Bashiru e c’è il punto interrogativo su Castellanos”.
Com’è il rapporto tra lei e la società?
“Io col direttore ho un buon rapporto, ma non vuol dire che non is possano avere visioni differente. Col presidente ho parlato ieri, era qui. È tutto nella norma. Non capisco perché si è parlato di contratto, l’ho firmato tre mesi fa. Non l’ho letto, ma mi è stato detto”.
La situazione fisica quanto è migliorata?
“A Bergamo abbiamo fatto più quantità di corsa anche nel secondo tempo rispetto agli avversario. Abbiamo pagato sulle accelerazioni, ma a livello di quantità siamo rimasti su buoni livelli. Se poi hai dentro giocatori con pochi allenamenti qualcosa paghi per forza. Vediamo domani, qualcuno ancora non è al top della condizione fisica. Come si è sempre detto dobbiamo togliere gli alibi e avere la giusta mentalità, come nell’ultima gara. Poi c’è stato da soffrire, ma approccio e convinzione erano giusti. Abbiamo avuto venti minuti di sofferenza in cui la squadra ha accettato di combattere. Come mentalità è un passo in avanti ed è quello che servirà domani. Se pensiamo di non avere momenti di sofferenza siamo folli. Prepariamo la mente a soffrire con la convinzione di mettere sotto una squadra che ha giocato alla pari con il Real Madrid”.
Che sfida sarà con Tudor?
“A Como non sono stati brillanti, ma hanno avuto le stesse occasioni da gol del Como. A Madrid erano in salute, non mi sembrano particolarmente in difficoltà. Io alle sfide tra allenatori poi non ci credo, dipende sempre da chi allenai. Quando ero a Empoli avevo gli scontri diretti in svantaggio, poi a Napoli li ho avuti in vantaggio. Domani giocano Lazio e Juventus, il resto non mi interessa”.
Qual è il punto debole di questa Juve?
“Dobbiamo fare una partita importante, siamo nella terra di nessuno. Esci da Bergamo con consapevolezza di poter fare bene, ma nella stessa situazione di prima. Ogni partita può essere svolta positiva o negativa. La difficoltà è palese, noi dobbiamo avere la convinzione di credere in quello che possiamo fare, in quello che stiamo facendo. Serve la convinzione e la motivazione di poter giocare alla pari con chi ha giocato alla pari con il Real Madrid. È determinate quanto fatto domenica, tenere tutte le energie sulla partita. Non ci interessano avversari, arbitro e il resto. Tenere le energie sulla partita. Domenica abbiamo fatto cinque punizioni e zero ammonizioni. Quello è l’atteggiamento per crescere di mentalità”.
Che margini ha Isaksen?
“Enormi. Viene da una malattia debilitante, ora sta provando a trovare continuità anche in partita. È un giocatore che ha potenzialità, non uno da un gol ogni dieci partite. Può fare di più e ce lo aspettiamo”.
Che ruolo ha Dia?
“A Salerno ha fatto 17gol da punta. Al momento la sensazione è di avere la coperta corta, facciamo fatica al momento. In un momento di incertezza serve solidità”.
Per cosa dovrà essere competitiva la Lazio in questo però corso triennale?
“Tornare nell’Europa vera, serve partecipazione di tutti nel percorso. Poi durante il percorso ci saranno momenti in cui non siamo né carne ne se pesce”.
Come mai la scelta di non operarsi di Rovella?
"Non vedo la connessione tra gli altri infortuni e quello che ha Rovella. Le scelte mediche sono individuali, nessuno può costringere un ragazzo a curarsi come lui non vuole. Ha scelto la terapia conservativa, i tempi sono gli stessi ma il rischio è che poi non funzioni e i tempi di recupero si allungano con l'operazione. È la situazione più delicata, è un giocatore su cui facevamo forte affidamento, la fortuna è che Cataldi lo ha sostituito al meglio”.
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