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RIVIVI IL LIVE | Provstgaard: “Voglio essere importante per la Lazio. I tifosi…”

Provstgaard
Il difensore centrale danese si presenta dalla sala stampa del centro sportivo biancoceleste dopo il suo arrivo durante il mercato invernale
Gianluca Mattalini

Direttamente dalla sala conferenze del centro sportivo di Formello Oliver Provstgaard, primo acquisto della campagna invernale della Lazio, si è presentato rispondendo alle domande dei cronisti presenti.

Prende la parola il direttore sportivo Angelo Fabiani: "Io lo chiamo Oliver per semplificare. Il ragazzo noi lo seguivamo da tempo, abbiamo fatto un'operazione sulla falsa riga di Mandas, anticipandone i tempi di inserimento nel club per far sì che in questi mesi, al di la del suo utilizzo, prenda contatto con il mondo Lazio, imparando anche la lingua. È un giocatore importante, ha doti innate: un stazza fisica imponente, non inganni la sua statura perché è rapido anche sui primi passi. È un calciatore importante che non potrà che fare un ottimo percorso qui alla Lazio, non a caso lo abbiamo preso a titolo definitivo".

Hai fatto un bel salto ti senti già pronto per la Serie A italiana e cosa ti aspetti da questa avventura anche in prospettiva

"È un grande salto però mi sento pronto per questo passo. Ero capitano per cui le mie qualità sono in linea con questa avventura. Devo imparare dagli altri, penso che faccia parte del viaggio che mi porterà a essere un grande giocatore". 

I tifosi sono rimasti colpiti nel vederti indossare una vecchia maglia della Lazio un anno fa. Come mai aveva questa maglia? E perché hai scelto di indossarla quel giorno?

"Era una delle due-tre maglie che avevamo a casa. Papà la comprò poco dopo che la Lazio vincesse il suo secondo scudetto. E ora è straordinario essere qui. C'è una giornata in Danimarca per supportare la ricerca contro il cancro e ognuno indossa una maglia: io scelsi quella".

Che consigli ti sta dando Isaksen per inserirti al meglio nel calcio italiano? L'Italia è considerata tra le migliori per lo sviluppo tattico dei difensori: cosa puoi migliorare?

"Ho parlato con Isaksen, mi sta aiutando anche nel muovermi qui a Roma. Mi sta aiutando a trovare anche casa. Per il calcio mi ha detto che qui è più fisico, tattico e io come difensore dovrò lavorare su questo".

Sapevi che il tuo allenatore giocava nel tuo stesso ruolo? Cosa ne pensi dei tuoi compagni di reparto?

"Nel mio ruolo ci sono grandi giocatori, bravi. Loro vengono verso di me con la voglia di insegnare ai giovani, oggi ho giocato con Gigot e mi ha fatto molto piacere. Mi sembra di essere qui da molto tempo".

La Danimarca ha tirato fuori una buona scuola di difensori, che caratteristiche sono le tue: quali sono i tuoi punti di forza? Sembri più alto dei 194 centimetri raccontati, stai ancora crescendo?

"Sul passaporto ho scritto 196, nei club mi mettono 194 mentre mia madre ogni volta mi dice sembra che sembro cresciuto (ride, ndr.). Io mi sento un giocatore moderno: mi piace impostare il gioco da dietro, mi sento forte fisicamente e un buon colpitore di testa".

Senti di dover migliorare te dal punto di vista fisico?

"Io stavo lavorando già in Danimarca sotto questo punto di vista. Per essere completo devo continuare a lavorarci, sono giovane e so di non essere completo".

Quali sono le tue sensazioni, le motivazioni, le paure di entrare in un grande club come la Lazio?

"È una grande esperienza, ho ancora la sensazione di grande felicità di quando sono arrivato a Roma, è la mia prima volta qui. E' una sfida positiva, spero di essere un giocatore importante per la Lazio ma senza fretta: passo dopo passo. Devo sentirmi bene nell'ambienta perché stare bene in un ambiente va di pari passo con lo stare bene in campo".

Il tuo stato fisico attuale? Non giochi da circa due mesi per lo stop del campionato danese

"Il campionato danese ora è fermo ma io mi sento molto bene, arrivare qui ora è forte il momento giusto. Abbiamo giocato amichevoli, può mancare qualcosa dal punto di vista tattico ma la pre season è stata dura: mi sento in forma e pronto per giocare anche qui".

La spinta dei tifosi può essere una carica aggiuntiva o una pressione?

"Credo che i tifosi spingano i giocatori a dare il meglio. Più tifosi vuol dire più pressione ma anche più passione. Quando vinci ti danno tanto ma quando perdi ti supportano comunque allo stesso modo".