Vai nel canale Telegram di Cittaceleste >
news
RIVIVI IL LIVE | Lazio, Sarri: “Sassuolo diverso da Como. Su derby, infortuni e arbitri…”
La tappa a Castelfranco e, inevitabilmente, un po’ di rabbia per quanto non visto in campo da parte della sua Lazio hanno impedito ieri a Maurizio Sarri di analizzare la sconfitta dei biancocelesti in casa del Sassuolo. Oggi però il tecnico biancoceleste, regolarmente presente a Formello, è intervenuto ai microfoni dei canali ufficiali del club per fare il punto su quanto andato in scena al Mapei Stadium. Di seguito le sue parole.
“Mi dispiace per ieri sera, ma a volte uno ha delle situazioni familiari che deve risolvere che diventano più importanti di una conferenza stampa post partita. Ancora non abbiamo rivisto la partita, questa mattina abbiamo fatto allenamento. Le riflessioni sono ancora quelle da campo. Poi magari oggi rivedendo la partita nei minimi dettagli qualcosa può cambiare, ma penso che tutto lo staff abbia le idee abbastanza chiare. Io penso che la squadra più ordinata che ho avuto in vita mia è stato il Napoli, che non era però una squadra ordinaria. Possiamo considerare però che questa squadra non era abituata a questo tipo di situazioni e probabilmente al momento per essere ordinata e mantenere certi movimenti deve pensare, perdendo così naturalezza, brillantezza e tempi di gioco.
Questo speriamo che finisca nel momento in cui l’essere ordinati diventa routine, senza più bisogno di pensare. Ieri ho visto un squadra ordinata, in controllo della partita, che non concedeva niente agli avversari. Ma anche una squadra che nel primo tempo soprattutto, pur essendo in controllo della partita, sviluppava con tempi troppo lunghi e ha preso poche iniziative negli ultimi venticinque metri di campo. Ma devo anche dire che ieri sera non ho visto la squadra di Como: abbiamo avuto la palla per andare in vantaggio e per pareggiare. Abbiamo concesso pochissimo agli avversari. Se abbiamo responsabilità le abbiamo nell’avere in mano la partita senza trasformarlo in pericolosità offensiva.
Ieri a centrocampo abbiamo rigiocato indietro nel promo tempo quindici palloni su cui si poteva verticalizzare, ma nonostante questo abbiamo fatto il doppio delle verticalizzazioni. Quando questi movimenti saranno fatti in automatico qualcosa in più potremo esprimerla, ma penso che questa squadra debba attaccare di più gli spazi, come fatto per esempio all’Olimpico col Verona. A livello difensivo penso la squadra abbia fatto una buona partita, non vorrei che l’opinione che tutti hanno del Sassuolo sia quella della classifica delle prime due giornate. Hanno uno dei tridenti più forti del campionato, faranno una buona stagione. A livello difensivo e tattico abbiamo fatto una buona partita, a livello offensivo troppo poco per vincerla.
Le scelte? Questo undici veniva da una buona partita, mi sembrava giusto dare ancora fiducia. Avevamo in mente anche qualcosa di diverso, ma avevamo preoccupazioni per le condizioni di un paio di giocatori e li abbiamo fatti partire, non sapendo poi se l’evoluzione della partita ci avrebbe permesso di sostituirli. Abbiamo scelto di partire con Rovella, Dele-Bashiru e Castellanos, che aveva un problemino agli adduttori, sapendo che i novanta minuti sarebbero probabilmente stati lunghi per loro. Abbiamo fatto questa scelta per non trovarci a venti minuti dalla fine con cambi finiti e qualcuno che chiedeva la sostituzione.
Sul gol si poteva fare meglio, ma forse è colpa anche nostra perché abbiamo abbassato Guendouzi dalla seconda fila per evitare che un giocatore loro potesse trovarsi solo sul secondo palo. Sicuramente rivedendola però la palla poteva essere attaccata, era lenta e c’era tempo di attaccarla meglio. L’episodio del rosso? Non dovrebbe cambiare la nostra partita emotivamente. Non stavamo soffrendo undici contro undici, non c’era motivo di farsi pesare questo episodio nella testa. Se è successo questo abbiamo sbagliato sicuramente noi.
L’infermeria? Vengo da una riunione fatta con i dottori pochi minuti fa. Stamattina faceva gli esami strumentali Lazzari, sembra che ci sia una piccola lesione al soleo. Per un po’ di tempo sarà fuori. È negativo invece Vecino, anche se le sue sensazioni non sono positive. Rovella e Castellanos non sembrano infortuni gravi, faremo di tutto in settimana per recuperarli ma non posso dire con certezza che ci saranno. Patric tra la fine della settimana e l’inizio della prossima potrebbe rientrare in gruppo. Lui anche nelle trasferte è sempre voluto stare con la squadra. È un segnale positivo, come le migliaia di tifosi ieri allo stadio di Reggio Emilia.
Sin dall’inizio dell’anno ho specificato come fosse una stagione in cui serviva grandissima pazienza. Serve per tutto l’ambiente. È una stagione di difficoltà, lo sapevamo. Con tutti gli errori che riconosciamo la squadra non mi è sembrata quella di Como, può fare un percorso positivo. Motivo di grande preoccupazione non c’è al momento, motivo di grande pazienza invece sì.
Il derby è la partita più difficile e pesante che abbia mai fatto. Vorrei pensarci tra qualche giorno: è emotivamente massacrante, se ci si inizia a pensare di lunedì è difficile arrivarci. Vedremo in settimana, il derby è qualcosa a parte: non c’entrano punti o classifica. È qualcosa di molto particolare, spero che i miei giocatori abbiano bene in testa cosa significhi giocare un derby. E che abbiano la testa pronta a lottare per un popolo. Oggi scarico? Sì, per chi ha giocato. Gli altri hanno caricato (ride, ndr). Facciamo passare qualche giorno, è meglio.
Il nervosismo della squadra? Questa è una storia che viene da lontano, non è frutto delle ultime tre partite. Nelle riunioni arbitrali dello scorso anno c’erano due o tre nostri giocatori finiti nel mirino degli arbitri. Anche loro preparano le partite, guardano filmanti e atteggiamenti. Due o tre segnalati li abbiamo, penso che l’ammonizione di Rovella di ieri sera sia stat preventiva. Rovella però è uno di questi nomi messi sotto attenzione dagli arbitri, la sua forma di protesta è sbracciare ed evidentemente non è tollerata.
Nella vita in tutte le famiglie si passano momenti di difficoltà. È il momento di stringersi in famiglia e aiutarsi. Noi dobbiamo diventare una grande famiglia e inevitabilmente ci saranno momenti per gioire e altri per soffrire tutti insieme. Non possiamo paragonare l’atteggiamento di ieri sera a quello di Como, dove era stato sbagliato l’approccio mentale. Ieri sera non mi sembrava una squadra attaccabile da questo punto di vista. Anche dopo il gol subito la reazione, per quanto confusionaria, ha portato tre o quattro occasioni per rimetterla a posto. Non è stata la partita di Como, ma possiamo fare sicuramente di più”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

