È pronto a iniziare la sua quarta stagione in maglia Lazio Pedro. Lo spagnolo, che il prossimo 28 luglio compirà 37 anni, è sempre più leader di uno spogliatoio orfano di molte delle sue colonne portanti. La sua esperienza sarà decisiva dunque per il resto della squadra. Il classe '87, intervenuto ai microfoni de Il Tempo, ha raccontato le sue sensazioni in vista della prossima stagione e non solo.
news
Pedro: “Vogliamo fare grandi cose per portare la Lazio in alto. Il mio futuro…”
Quarto anno qui. Cos'è la Lazio per Pedro?
"È una squadra buona, sta iniziando ora un nuovo progetto, con tanti giovani. Abbiamo una squadra forte, poi ogni anno è diverso. Abbiamo appena iniziato ma il nostro obiettivo è quello di arrivare più in alto possibile".
Com'è la nuova Lazio?
"Vedo che sono ragazzi ambiziosi. Hanno bisogno di tempo ma hanno la giusta mentalità. Hanno corsa, velocità, qualità e forza. La società a fatto questo tipo di inversione, ma tutti quelli che sono venuti qui hanno iniziato alla grande. Mi piace molto Noslin, è rapido e ha un gran tiro".
Con il 4-2-3-1 è diventato un trequartista...
"Con il passare dell'età giocare sulla fascia è più dura. Ho parlato con il mister, per me adesso è meglio giocare lì dietro la punta. Posso aiutare la squadra in quella posizione".
Via Milinkovic, Luis Alberto e Felipe Anderson. Quanto servirebbe un innesto di qualità?
"A volte i giocatori di nome non mantengono le aspettative. È ovvio che i giocatori forti, di nome ti danno una grossa mano e ti aiutano di più. Adesso però non lo abbiamo e dobbiamo pensare solo a quello che abbiamo. Poi se arriva qualcuno è benvenuto".
Cosa è andato storto nella scorsa stagione?
"È difficile spiegare a parole cosa è successo. Le cose non sono andate bene, noi giocatori non stavamo nella miglior forma per lavorare e fare risultati. È stato un anno complicato per tutti, vogliamo cancellare quello che è successo lo scorso anno, ci siamo lasciati dietro le cose negative e adesso siamo un gruppo forte e unito. Dobbiamo sempre pensare al collettivo e non al singolo, perché non abbiamo delle stelle".
È cambiato il clima nello spogliatoio?
"È uno spogliatoio sano, forte, con la giusta mentalità. Chi è arrivato sta portando fiducia, dinamismo, qualità. Tutte cose che mi piacciono. Magari mancava un po' lo scorso anno".
Che idea si è fatto di Baroni?
"Lui ha un'idea molto chiara. Vuole andare sempre avanti, pressare alto. È un allenatore che gli piace giocare a calcio, muovere la palla e andare al cross. Manca andare in campo e cercare di ottenere i risultati. Perché se non vinci arrivano le critiche, poi la negatività, per questo è importante essere tranquilli".
Il problema del gol?
"Avanti abbiamo giocatori forti, con qualità e dinamismo. Dobbiamo tornare a fare gol con gli esterni, ci aspettiamo di fare grandi cose per portare la Lazio in alto".
La Lazio può arrivare in fondo anche in Europa?
"Dobbiamo credere in noi, alla fine siamo una squadra forte. È vero che tanti non hanno giocato le coppe, che per il mister è un'esperienza nuova, ma possiamo fare un bel percorso senza pensare troppo avanti. La Lazio deve essere sempre in Europa".
L'unica espulsione da quando è alla Lazio è arrivata nel derby: come mai sente così tanto questa rivalità?
"Ho sempre detto che nella Lazio ci sono questi valori che come persone mi piacciono tanto. Un derby è sempre speciale, a volte la tensione ti fa andare sopra le righe, a volte può succedere. È una partita molto difficile, speciale per me, soprattutto per il mio passato, quindi per me è difficile contenere quella tensione. Contro di loro ho più voglia di vincere".
Spagna campione d'Europa: qual'è la lezione?
"Non sempre chi ha i giocatori migliori alla fine vince. A volte vince quello che gioca meglio o chi ha un gruppo che lavora meglio. Poi la Spagna ha sempre avuto una cosa in più rispetto alle altre, ovvero il gioco".
Quando vedremo Gila in Nazionale?
"Già tra poco Mario sarà nel giro della Nazionale, in Spagna lo seguono molto da vicino. È un difensore molto forte. Ha tutte le caratteristiche per diventare un grande giocatore, anche a livello internazionale".
Altro trofeo vinto dal suo amico Messi: è lui il più forte di tutti i tempi?
"Secondo il mio modesto parere è lui il più grande. C'è chi ti dirà Maradona e Pelé a seconda dell'epoca a seconda dell'epoca, ma i numeri sono dalla sua parte. Così come con Cristiano. Ma se dovessi dire un solo nome, dico quello di Leo".
A proposito di ex compagni: c'è mai stata la possibilità di far venire alla Lazio qualche top player?
"Ho consigliato a tanti giocatori di venire qui, da De Gea a Thiago, che adesso sono senza contratto. Gli ho detto venite qui, state due anni, giocate sicuro. Lo avevo detto anche a Jordi Alba, adesso a Marcos Alonso. Cerco sempre di portare qualcuno qua, ma è difficile".
Cosa la spinge a rimanere alla Lazio?
"Mi piace stare qui, con i compagni e con i tifosi della Lazio. Questo sarà il mio ultimo anno. Non so se smetterò di giocare a calcio, ma fino a quando starò qui, darò tutto per il gruppo. Se resto non lo so, ma io vorrei stare qui fino alla fine del mio contratto".
Con la sua fondazione sta aiutando tanta gente...
"È giusto stare vicini a chi ti ha seguito per tutta la carriera, dare una mano a chi ha bisogno. Piccole cose: fare un campus, comprare dei macchinari per gli ospedali, io sono sempre disponibile. Tante gente dovrebbe farlo, ma deve essere una cosa che viene dal cuore".
Quanto mancherà un simbolo come Immobile alla Lazio?
"Perdere un simbolo, non è un semplice calciatore. Qui alla Lazio ha fatto la storia, con il suo atteggiamento, come persona. Ha sempre difeso la Lazio prima di sé stesso".
© RIPRODUZIONE RISERVATA