È intervenuto ai microfoni dei canali ufficiali biancocelesti il doppio ex di giornata Felice Piccolo. Alla Lazio nella stagione 2005-2006, ha giocato poi con la squadra ligure tra 2014 e 2016. Di seguito le sue parole. “Lo Spezia vive un periodo tranquillo anche se i risultati non arrivano. Ma guardando le squadre sotto, direi che Motta sta facendo un ottimo campionato. La Lazio arriva dalla sconfitta immeritata con il Milan. Veniva però da un filotto di risultati importanti e penso che potrà giocarsi con la Roma un posto in Europa League. Sono curioso della partita, penso sarà una gara aperta.
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Piccolo: “Alla Lazio non ero pronto, indossavo la maglia che era di Nesta”
Le parole dell'ex difensore della squadra biancoceleste e di quella ligure, doppio ex di giornata alla vigilia della sfida di domani al Picco
Il cambiamento di Sarri? Sembra retorico dirlo però, guardando i numeri, è sempre Immobile il migliore, si è adattato anche al nuovo modulo. Non lo pensavo, perché Sarri in passato ha sempre preferito avere lì davanti un palleggiatore. Ciro non lo è, è uno che cerca profondità e viene incontro, ma non fa tanto gioco come spesso accade con Mancini in nazionale. Ma quando poi porta i numeri e arriva a finalizzare, allora ben venga. Nello Spezia ormai Maggiore è un veterano, nei due anni in cui sono stato io era protagonista in primavera. Si intravedeva qualcosa. Bisogna dare la possibilità di sbagliare ai giovani, alla fine quelli bravi arrivano.
Gli anni alla Lazio? Non ero pronto sia mentalmente che fisicamente, dopo il ritiro mi sono rotto i tendini e ho vissuto malissimo quella stagione. Sono stato il primo acquisto di Sabatini e Lotito. L’anno dopo mi sono ripreso una carriera che stava svanendo. Di quella stagione, però, ricordo le tante personalità nello spogliatoio. Potrei ricordare Tare, Inzaghi, Liverani, Oddo, Peruzzi e anche tanti altri. Il terzo portiere era Handanovic. Sabatini fece cose importanti all’epoca, ma venivamo criticati perché gli anni passati era Nesta a giocare con la mia maglia. Facile immaginare la responsabilità di noi giovani. Handanovic è un professionista, mi aspettavo sarebbe diventato importante. Ha gli stessi principi di allora”.
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