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PRIMAVERA | Crespi: “Mi impegno per realizzare il mio sogno con la Lazio. Ciro…”

Valerio Crespi
Nello speciale "Il Primo Pallone non si scorda mai" il bomber della Primavera Valerio Crespi si racconta a 360° ai canali ufficiali del club
redazionecittaceleste

A tu per tu con il bomber della Primavera bianoceleste Valerio Crespi. Una stagione (chiusa con 20 gol in campionato) vissuta da protagonista con la maglia della Lazioe conclusasi con la tanto agognata promozione in Primavera 1. Nuovo protagonista dello speciale "Il primo pallone non si scorda mai", Valerio Crespi si racconta ai canali ufficiali del club. Di seguito le sue parole. “Il primo pallone a 6 anni, prima giocavo a basket. Poi ho avuto un trauma cranico, mi sono spaventato e ho deciso di cambiare sport e andare a giocare a calcio. Ho iniziato allo stadio Bartolani con il Cisterna, ho fatto due anni poi mi prese il direttore Omar Berti al Latina. Li sono andato avanti due anni, facendo i giovanissimi élite sotto età. È un’esperienza che mi ha aiutato a crescere.

Io ero difensore centrale con la mia fascia di età, con i più grandi il mister invece mi faceva giocare a centrocampo. Poi io andavo sempre più avanti e l’anno successivo, cambiando squadra, ho scelto di cambiare anche ruolo. Essere attaccante vuol dire avere l’istinto, emozione. Ho sentito di esserlo dopo la scuola calcio, nei giovanissimi. Quando torni a casa senza aver fatto gol hai un entusiasmo diverso, se hai segnato e aiutato la squadra invece torni felice ed emozionato. Ogni gol è un’emozione, è difficile segnare in ogni categoria. L’Olimpico? Sento delle grandi emozioni, essendo un ragazzo che tifa Lazio sin da piccolo. Dalla prima partita in cui sono andato da molto piccolo con genitori, zii e cugini. Ogni volta che lo vedo mi vengono i brividi e mi emozioni.

La prima gara? La semifinale di Coppa Italia del 2013, segnò Floccari nel recupero su calcio d’angolo. Un’emozione incredibile. Tutti sogniamo di arrivare a questi livelli, ma ci sono momenti e situazioni in cui pensi di non farcela. Lì devi stringere i denti e andare avanti. Se chiudo gli occhi? Sogno di essere il me del futuro. Sono il mio primo tifoso e spero di non essere la copia di nessuno. Ma avendo Ciro qui a Formello lo seguo molto e lo stimo molto come persona e come calciatore. A Ciro ruberei forse la grandissima volontà e il grandissimo sacrifico che ha. Abbiamo visto in tante partite come ha stretto i denti per la squadra anche da infortunato. Spero di migliorare nella tecnica.

A questa età e a questi livelli conta però molto la testa, vedi tante cose ma devi riuscire a mantenerle. Facendo questo lavoro devi rinunciare agli amici, alle uscite. A questi livelli soprattutto è meglio evitare di uscire, toglie concentrazione dall’obiettivo della domenica. I social sono un mondo grandissimo, io leggo molto ma vedo che non sono solamente i giornalisti ma anche i tifosi. Rimango con i piedi per terra, finché il sogno non si realizza non ne parlo e non ci penso. A questa età anche una semplice relazione ti può condizionare. Magari vai in trasferta e non sei sereno: ho conosciuto molte persone che hanno rinunciato al calcio o a un’occasione per una ragazza.

Il cuore nell’esultanza? È per mamma, mi è sempre stata dietro, la mamma è la mamma. Mi ha dedicato tutto. Ci sono stati momenti in cui mi è stato detto che non sarei andato avanti con questa testa. Ci sono state scommesse su di me e sul fatto che mi sarei fermato in U17. Ma penso di aver messo a tacere molte voci. Questo è stato un anno significativo. L’anno scorso non siamo risusciti a centrare l’obiettivo. A inizio di quest’anno poi noi che siamo rimasti dall’anno scorso avevamo questo amaro in bocca. Dovevamo toglierci questo sfizio di far salire la squadra ai massimi livelli che merita. La mia immaginazione arriva lontano, io ci credo moltissimo e mi impegno ogni giorno per realizzare il mio sogno. Spero di farcela con la Lazio. Io sono pronto a tutto, qualsiasi cosa verrà la affronterò a testa alta”.