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PRIMAVERA | Lazio, Di Tommaso: “Con l’Inter senza paura. Impressionato da…”

Di Tommaso
Le parole del centrocampista biancoceleste in vista dello scontro diretto contro l'Inter e per fare il punto della prima parte di stagione
Michele Cerrotta

Si prepara a tornare in campo la Lazio Primavera, che sabato 6 gennaio sarà chiamata all’impegnativo scontro diretto con l’Inter capolista. Proprio in vista del match è intervenuto ai microfoni dei canali ufficiali il centrocampista biancocelesteLeonardo Di Tommaso. Queste le sue parole. “Sono molto orgoglioso per me e per la squadra, a inizio anno non ce lo aspettavamo ma poi per come sono andate le cose siamo qua e dobbiamo combattere fino all’ultimo. Il nostro fondamentale punto di forza è la forza mentale e del gruppo, penso sia la cosa più importante che ogni squadra deve avere. Se la rosa è divisa non vengono i risultati, noi abbiamo un forte carattere che ci permette di affrontare ogni sfida al massimo.

Noi abbiamo delle linee guida che il mister ci detta e che mettiamo sul campo. Ci fa allenare molto sulla fase difensiva e offensiva e questo ci garantisce a lungo andare risultati utili. Avevamo caratteristiche differenti lo scorso anno, ora stiamo migliorando sempre di più. Ci dobbiamo sempre migliorare, non siamo perfetti. Il mister è una persona che dà il massimo e unisce sempre il gruppo: non importa come va la partita, basta che il gruppo sia importante e unito. È una cosa che ho sempre apprezzato molto. E poi vorrei spendere due parole anche per i mister Barraco e Rughetti, tengono il gruppo unito. È la nostra forza, andiamo avanti di questo passo.

La vittoria nel derby? Nella Capitale è la partita più importante, l’imperativo è sempre vincere contro la Roma, soprattutto per chi nasce qui. La vittoria ci ha dato un forte slancio: abbiamo battuto una squadra importante con giocatori importanti. L’abbiamo preparata al meglio andando a uomo e senza farli giocare, è stata un’emozione unica. L’Inter ha caratteristiche molto offensiva e lascia spazi, dobbiamo creare più occasioni possibili: non abbiamo paura. I presupposti di inizio anno erano altri, questo ci dà serenità. Ma a questo punto vogliamo giocarci il campionato: siamo secondi, non c’è nulla da temere. Il reparto difensivo è importante, Dutu e Ruggeri hanno una grande intesa, anche Bedini e Milani. È una cosa che fa lavorare bene la difesa. Io l’anno scorso sono cresciuto moltissimo grazie a Sanderra: non mi inserivo molto senza palla ma mi ha consigliato di farlo, dicendomi che avrei trovato il gol.

E quest’anno sto lavorando molto sulla fase difensiva, è importante per il gioco che facciamo. Sicuramente devo migliorare il tiro: vorrei tirare e segnare di più. Poi anche il duello aereo, dentro l’area di rigore per piazzati e calci d’angolo. Mi sembra che molte squadre stiano facendo esordire i giovani, penso sia importante concedere lo spazio per crescere e per fare esperienza. Per vivere quel mondo e capire quanto è alta la differenza tra Primavera e prima squadra. L’importante è non fare le cose di fretta, ma dare spazio comunque al momento giusto. Della prima squadra mi ha sempre impressionato Isaksen, ma nel mio ruolo penso che Luis Alberto sia un fuoriclasse. Isaksen mi ha impressionato per la velocità, non lo prendi mai. Pedro, invece, è di un altro mondo. Felipe Anderson ti spiega il passaggio, ma tutti in generale ci aiutano molto.

La Youth League penso sia stata una delle esperienze più belle che mai mi siano capitate. Abbiamo giocato con squadre di alto livello e ci siamo sempre fatti valere, il livello è molto alto. La scuola? È un tema importante, sono dovuto andare a una privata perché nella pubblica non riuscivo a far conciliare scuola e allenamenti. Per fortuna, però, ho trovato una scuola che mi consente di fare entrambe le cose. Penso che lo sport sia fondamentale e che ogni ragazzo debba fare un percorso sportivo, a prescindere da quale sport. Ci sono sport singoli e di squadra, questi ultimi ti fanno socializzare molto di più. Poi si passa nel professionismo e le cose cambiano: il divertimento c’è sempre ma diventa un mestiere e le cose si fanno più serie.

In generale penso che lo sport aiuti molto, anche dal punto di vista mentale. Per fortuna la mia generazione ha vissuto sempre il campetto per la strada, in chiesa o al parco. Le partite al campetto penso siano state le più belle mai fatte, restavamo lì fino a tardi, fino a quando la luce era spenta. Con mister Sanderra parliamo, anche se è una persona riservata. Con gli altri due mister parliamo un po’ di tutto, in generale. E con i compagni anche, abbiamo tutti un ottimo rapporto ed è una cosa che ci aiuta: ci consigliamo a vicenda aiutandoci il più possibile. Ho amici di infanzia, ma anche qui alla Lazio ci sono giocatori con cui gioco da anni: abbiamo un grande legame. Mi piace giocare alla Play, ma ci sono anche altri sport. Il tempo è però poco, provo a seguire il tennis in tv”.

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