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QDL – Lazio, Anna Paratore, la madre di Giorgia Meloni: “Ecco com’è nata la mia lazialità”

Edoardo Pettinelli Redattore 
Le dichiarazioni di Anna Paratore, la madre di Giorgia Meloni, rilasciate a Quelli della Libertà, in onda su Cittaceleste TV e Radiosei

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È intervenuta ai microfoni di Quelli della Libertà, in onda su Cittaceleste TV e Radiosei, Anna Paratore, la madre di Giorgia Meloni. Queste le sue dichiarazioni:

"Io della Lazio mentre Giorgia (Meloni) della Roma? Sono delle tragedie familiari che capitano nella vita delle persone. Io ho anche una colpa da questo punto di vista che però purtroppo non sono riuscita a risolvere. Quando le mie figlie erano piccole io lavoravo tutto il giorno e loro non avevano un padre che le seguisse e allo stesso tempo non potevo sempre affidarle ai miei genitori. Allora le mandai in una scuola a tempo pieno dove stavano fino alle sei e mezza del pomeriggio, dove facevano anche lo sport.

Solo che lì ho preso la fregatura. Questa scuola infatti si trovava dalle parti di Ardea, sulla Pontina. Ma solo dopo ho scoperto che si trattava di una scuola molto bellina a vederla da fuori, però era frequentata esclusivamente da figlioli di romanisti. Una vera e propria tragedia: quando l'ho scoperto mi sono tornate a casa queste due mezze romaniste, ho tentato di farle capire che era un errore, che non esisteva al mondo, che era una cosa brutta; ho provato a farglielo capire, ma non c'è stato verso. Comunque non sono particolarmente attaccate alla Roma, non amano particolarmente il calcio come me, ma è diverso perchè io sono cresciuta con un padre che praticamente voleva un figlio maschio ma ha avuto una sola figlia femmina a cui ha fatto vivere tutto lo sport. Poi tutti i loro amichetti all'epoca anche quando hanno cominciato ad andare alle scuole superiori c’era la preponderanza dei tifosi della Roma.

Una volta le ho chiuse proprio fuori di casa per il derby che perdemmo: avevo messo il paletto alla porta, e si misero a dormire sul pianerottolo. Un'altra volta c'era e hanno tutt'ora un loro caro amico che con cui hanno un'amicizia da cinquant'anni, che frequentava sempre casa mia perchè cresciuto con le mie figlie, quindi una specie di figliolo acquisto, romanistissimo con una famiglia di romanisti con cinque abbonati tutti in curva: una cosa terribile. Ogni tanto andavano al derby con questo loro amico: un altro giorno riperdemmo il derby purtroppo, era però di pomeriggio, inverno, e vennero sotto le finestre a prendermi in giro, solo che io mi ero preparata, per cui ero vicino alla finestra della cucina con un pentolone d'acqua gelata, e gli ho fatto un gavettone selvaggio, terribile che hanno preso in pieno.

La storia del bastone? Quando abbiamo vinto lo scudetto, l'ultimo, io poi sono partita sono andata al mare, e avevo lasciato un bellissimo striscione alla finestra lungo per tutto il fronte della mia esposizione del mio appartamento, tutto bello biancoceleste. Ero andata a Fregene, tra l'altro stavo a due passi da casa, torno a Roma per andare a fare la spesa al supermercato, passo sotto casa e non vedo lo striscione, e mi sono chiesta "chi si è permesso di togliere lo striscione dalla finestra?". Son salita su, ho cominciato a fare un giro di telefonate per capire che era successo, e le mie figlie vigliaccamente, perchè l'avevano tolto loro, hanno scaricato la colpa sul loro amico Andrea. Quando questo ragazzo è passato per casa mia, io avevo un bandierone della Lazio con quei manici di canna che sono di plastica che non pensavo facessero male: allora presi a bastonate questo loro amico sulla sua schiena, e gli ho lasciato diversi lividi, gli ho fatto male senza volerlo; non volevo essere violenta veramente, era una cosa più goliardica che altro.

Io antiromanista? Certamente. Io non sono una sportiva, lo chiarisco subito: io sono una tifosa. Io vedo biancoazzurro, e tutto quello che non è biancoazzurro per me non va bene. Poi magari ci sono delle squadre che ti possono essere un pochino più simpatiche, e altre invece che detesto con tutta me stessa, in assoluto la Roma: nei confronti della Roma ho proprio un'antipatia atavica. Io ho tanti amici anche romanisti con cui ci sfottiamo regolarmente, ci prendiamo in giro. Quando si perde un derby io vado in silenzio stampa, spengo la radio, spengo la televisione, non si accende niente e non si esce fuori di casa.

In vita mia ho fatto svariati lavori per una serie poi di circostanze perchè dovevo campare una famiglia, mi sono dovuta arrangiare un po'. Uno, quello principale, ho scritto per parecchi anni dei romanzi rosa, ed era effettivamente un lavoro che mi ha permesso di pubblicare 137 romanzi rosa. All'epoca ti davano tot a libro: tu gli vendevi il libro e poi se la vedevano loro, se lo pubblicavano facevano tutto loro. Mi ricordo che quelli più piccoli me li pagavano tre milioni all'epoca. E poi ho scritto anche tanti articoli per giornali, riviste. Adesso mi sono messa in pensione, collaboro con una rivista estemporaneamente.

Lazialità? Arrivata nella mia primissima gioventù con mio padre, anche lui lazialissimo, il quale quando ero piccola ha cominciato a farmi sentire le partite per radio. All'epoca andavamo la domenica a pranzo fuori, era tipico delle famiglie dell'epoca: e mio padre partiva con questa radiolina, il transistor. Ho avuto un'infanzia e una gioventù condizionata da questo: mio padre pensava che fossi un ragazzo, un maschio, e quindi interagiva con me parlando di sport, calcio, pugilato, tennis.

Lazio di Baroni? Tutto un po’ una tragedia, nel senso che abbiamo avuto dei cali in momenti in cui proprio non ci volevano. Il discorso di Lazio-Bodo è stato veramente terrificante. In pratica Bodo è stata una grande delusione perchè era assolutamente una squadra alla nostra portata. Però per noi fu fatale quella trasferta in Norvegia, su quella specie di campo di ghiaccio: io ho degli amici che sono andati a Bodo e mi hanno detto che lì all'inizio della partita c'erano zero gradi e a fine partita si era a meno otto. Probabilmente quando ci è andato il Tottenham non hanno trovato lo stesso campo da scii. Il discorso col Parma mi ha molto deluso, punti buttati che fanno molto male. Inter? Sono molto fissata con Inzaghi, perchè gli volevo molto bene, era una persona che mi stava nel cuore per tante situazioni, ma vedere che esultava al quinto gol dell'Inter contro la Lazio lì non l'ho capito più. Perchè non serve umiliare una squadra soprattutto quando c'è un gemellaggio che lui conosce benissimo. Ricordo una finale degli Europei dove la Spagna ci aveva messo sotto di brutto, ma Casillas richiamò la squadra e disse ai propri compagni di smetterla di spingere perchè non serviva, eravamo già sotto, non saremmo più risaliti e quindi non serviva umiliare. Per cui da adesso in poi per me qualsiasi gemellaggio con l'Inter è finito a qualsiasi livello, sono nemici anche loro, mi dispiace. Domani sera tocca tifare Bologna".