QDL – Gentile: “La Giustizia Sportiva lo è solo per nome. Lazio presa di mira”

È intervenuto ai microfoni di Quelli della Libertà, in onda su Cittaceleste TV e Radiosei, l'avvocato della LazioGian Michele Gentile. Di seguito il suo commento sulla Giustizia Sportiva.

"C'è un momento di paura generale nell'affrontare questa situazioni quindi ognuno è terrorizzato di essere accusato o di non avere il pugno duro. Come ho difeso la Lazio? Noi eravamo documentatissimi: ci sono 4 persone dei collaboratori della Procura Federale spari per il campo, 2 vicini alle panchine, 1 vicino alla Curva Nord e 1 vicino all'altra Curva che hanno detto di aver sentito 15mila persone che ululavano. Noi avevamo l'arbitro che non ha detto niente, il quarto uomo idem. L'arbitro poi è quello che ha fatto fermare la partita per il laser, ha fermato la gara per la bottiglietta a Bove. Ha scritto tutto ma non ha parlato di cori razzisti o cose di questo genere. Abbiamo una cosa in più perché abbiamo fatto una richiesta al Questore di Roma che ci ha mandato una dichiarazione in cui si dice che ognuno dei poliziotti presenti allo stadio ha mandato segnalazioni per cori razzisti. Praticamente 15mila persone hanno fatto gli ululati e li hanno sentiti solo in 4. Aggiungo poi che Lukaku, che ha sempre protesto contro questi atteggiamenti, non ha detto niente. Non ha fatto un gesto eclatante come Maignan ma non è neanche mai andato dall'arbitro. Questo provvedimento è incomprensibile come la denuncia che è stata fatta.

Hanno chiuso sia i Distinti che la Curva perché le 4 persone hanno detto che provenivano da tutti i tifosi che stavano in quei settori. Nel rapporto che hanno fatto i collaboratori sono loro che parlano di 15 mila tanto è vero che il giudice ha chiuso 1/4 di Stadio. Quando la Lazio vince sono tutti vicini, quando si perde iniziano le critiche, le contestazioni, questo e quant'altro. Il rapporto tra tifosi e società è un rapporto difficile: quello che si potrebbe fare o avvicinarsi a loro o dare un segnale. Il problema è identificare i responsabili: i 50 che stanno in mezzo alla Curva dovrebbero avere un nome e un cognome. L'idea potrebbe essere quella di attrezzarsi per vedere esattamente se il signor X ha avuto quel comportamento che ha creato quella situazione. Il problema del dialogo è con chi lo fai, se ci fosse una rappresentanza di tifosi più accesi allora si potrebbe dire di parlare con i rappresentanti. Ma a oggi chi chiamiamo a Formello per fare un'attività di convinzione o di educazione allo stare allo Stadio. 

Inoltre c'è il segreto istruttorio finché non si chiude il procedimento non possiamo dire i nomi. La Giustizia Sportiva si fa chiamare Giustizia ma Giustizia non è. E' un organo disciplinare che impartisce sanzioni senza vedere su chi ricadono e per quale motivo ci sono i 15mila del settore che pagano per i 50 o i 100 che hanno adottato certi comportamenti questo perché perché l'ordinamento sportivo non è in grado di punire i colpevoli e punisce le società. Ogni cosa che avviene nello stadio, anche lo scoppio dei petardi, è colpa della società. Anche se si compie un atto privato dentro lo stadio possono esserci responsabilità della società. E' un ordinamento folle. Qualche tempo c'erano dei giudici sportivi diversi ed è stato riconosciuto alla Lazio di aver fatto tutto il possibile per evitare certi episodi, di aver fatto una campagna di rieducazione e a volte non siamo stati infatti neanche condannati. Lazio presa di mira? Si la Lazio è sempre stata presa di mira è inutile nasconderci, se c'è una società verso il quale c'è stato sempre un comportamento ostile è la Lazio. Ricordate tutti la storia dei tamponi. Monte Mario e Tevere: saranno questi i due settore a disposizione degli abbonati con un supplemento di 10/15 euro".

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