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QDL – Lazio, Ruben Sosa: “Io e Amarildo una cosa sola. Flaminio? Uno spettacolo”

Edoardo Benedetti Redattore 
Le dichiarazioni del responsabile dell'ex attaccante biancoceleste rilasciate a Quelli della Libertà, in onda su Cittaceleste TV e Radiosei

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È intervenuto ai microfoni di Quelli della Libertà, in onda su Cittaceleste TV e Radiosei, l'ex attaccante della Lazio Ruben Sosa, intervistato insieme all'altro mito di quello staordinario e indimenticabile periodo Amarildo. Queste le parole di Ruben Sosa: "Amarildo è un brasiliano bugiardo, perché uno vero fa i tunnel e altro. Aveva 45 di piede, parlo sempre con lui e gli dico: "Guarda che in Italia hai fatto miracoli!" Il presidente non mi voleva più alla Lazio e sono andato via. Oggi Calleri non è più in Italia, era un grande presidente. Gli chiesi l'anno prima cosa dovessimo fare, poi lui mi disse: "No, prima vediamo cosa fai".

E allora sono andato via. La famiglia di Amarildo e la mia famiglia era una cosa sola, eravamo troppo amici. Troppo fratelli. Amarildo di testa era fortissimo. La Bibbia la regalava ai difensori che lo marcavano, poi gli faceva gol! Flaminio? E' stato un momento molto speciale, noi facevamo la parte tattica di Materazzi: fuori casa io giocavo per Ruben, in casa giocavano per me. E' stato un momento di gioia, la Curva Nord era uno spettacolo. Ed era profondamente diverso da giocare come oggi all'Olimpico, la curva era più vicina. Ho giocato ovunque, il Flaminio è stato qualcosa quasi di commovente. Non ho pianto perché siamo grandi, ma era uno stadio abbandonato.

Era bellissimo, era pieno. Credo che oggi la Lazio abbia più tifosi, non so se il Flaminio è pronto a ospitare la Lazio. Mi sembra ci siano più tifosi. Oggi sono felice qui, io ho la Scuola Calcio perché mi divertono i bambini e lavorare con loro. Amarildo lavora con ragazzi più grandi e lo fa di cuore, perché vuole portare alla Lazio calciatori diversi, che toccano la palla diversamente. Noi siamo nati per fare i calciatori. Ormai tutti fanno procuratori, rappresentanti. Noi vogliamo bene alla Lazio. Io sono arrivato qui, ho dato tutto alla Lazio. Facevo il doppio dei gol in casa, in trasferta meno. Il miglior mister che ho avuto è stato Materazzi, un amico e non solo. Presto torneremo in Italia, cerchiamo un mese in cui possiamo tornare tutti e tre, compreso Troglio, in Italia.