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QDL – Lazio, Tacchinardi: “Tudor non si snatura, ecco come giocherà. E Immobile…”

Alessio Tacchinardi
Le parole di Alessio Tacchinardi, intervenuto a Quelli della Libertà in onda tutte le sere dalle 18:30 alle 20 su Cittaceleste TV e Radiosei
Edoardo Benedetti Redattore 

Dalle dimissioni di Sarri alla scelta di Igor Tudor. La Lazio riparte in panchina dal tecnico croato, pronto a confrontarsi con la sua prima esperienza in una grande squadra italiana e si prepara all'esordio in biancoceleste da ex contro la Juve. Con i bianconeri ha militato per sette stagioni da calciatore, dal 1998 al 2005. Nel corso della sua carriera a Torino nessuno ha condiviso il campo con Tudor più di Alessio Tacchinardi (132 partite), il quale è intervenuto durante la trasmissione "Quelli della libertà" in onda tutte le sere dalle ore 18:30 alle 20:00 su Cittaceleste TV e Radiosei. Queste le sue parole.

Alessio, non solo hai giocato con Tudor ma sei stato anche vicino a essere un suo collaboratore tecnico. Partiamo da qui...

“Lui ha scelto il suo connazionale e ci sta (Javorcic, ndr). Abbiamo parlato questa estate di un eventuale lavoro insieme, perché a me piace molto come allenatore, poi ha fatto le sue scelte rispettabilissime. Gli auguro il meglio perché è una grande persona”.

Cosa ci puoi dire sul Tudor calciatore?

“Tudor, come Zidane, si è trasformato quando è diventato allenatore. Quando giocava era un ragazzo tranquillo. Certo, non mollava mai e battagliava sempre. Ma si è trasformato da allenatore, è diventato un guerriero”.

Che allenatore è?

“Penso sia un Gasperini, ama la verticalità, la fisicità e l'intensità. Ha fatto sempre bene, ha una delle medie punti più alte degli allenatori che ci sono in circolazione. Detto questo, va in una squadra che aveva un allenatore con idee completamente diverse dalle sue. Modulo? Ho una mia idea conoscendolo: lui non cambia. Penso che voglia inculcare la sua idea e il suo gioco a questa squadra e adattare i giocatori che ha. C’è grande curiosità di capire dove schiererà Luis Alberto. La Lazio è una squadra di palleggiatori, a lui non interessa molto il palleggio. Io credo che lui non andrà a snaturarsi, anche perché se la Lazio ci ha puntato è perché crede nelle sue qualità. E lui alla Lazio, che è una società importante, ci è arrivato con le sue idee. Non credo che tenderà a snaturarsi, non sarebbe sé stesso altrimenti. Questi mesi qua serviranno per capire chi è adatto a lavorare con lui. Palleggiare non è la sua idea di calcio, gioca un calcio verticale. È come prendere Gasperini e chiedergli di snaturarsi. Lui deve andare dritto nel suo lavoro e capire su chi può contare anche nella prossima stagione”.

A livello di buon senso quale sarebbe la scelta migliore per concludere la stagione?

“Igor arriva perché questa squadra stava facendo fatica, basta guardare la classifica. Penso che l’allenatore debba andare e far capire da subito come vuole lavorare e far giocare la sua squadra. La scelta di prendere un allenatore diverso da Sarri è stata societaria. Luis Alberto può galleggiare tra le linee, c’è una punta che attacca la profondità. Chi potrebbe soffrire un po’ è Felipe Anderson… Ma forse questi giocatori avevano bisogno di un tecnico così duro ed energico. Poi è uno bravo a creare empatia con i propri calciatori. La Lazio ha scelto Tudor e, secondo me, se lui si snatura perde il valore che lo ha portato fino a qui”.

Non c'è timore che tre giorni per preparare la partita contro la Juve siano pochi per cambiare la filosofia di gioco?

“I dubbi ci sono. Sarri lavora su una fase difensiva molto particolare, a zona e guarda sempre la palla. Tudor ti dice di attaccarti all’uomo, la fase difensiva è totalmente diversa. Se parlo per esperienza ci sono giocatori che con un certo tipo di gioco mascherano i loro difetti. Come Romagnoli può aver fatto con Sarri, mascherando i difetti nell’uno contro uno non essendo veloce. La fase difensiva di Tudor è completamente diversa, i dubbi ci stanno. Si vedrà una Lazio tosta, dinamica ma cambiata nella testa. Una squadra più concreta e più verticale, con meno palleggio. Secondo me è anche più divertente vedere una squadra che attacca subito appena recupera palla”.

Sarà una Lazio diversa, Immobile può ritrovare più spazio?

“Con Sarri chi soffriva di più era Immobile, che ama attaccare la profondità. Mi ricorda un po’ la situazione di Ibrahimovic a Barcellona, dove era sempre spalle alla porta, faticava ed ha finito per andarsene. Immobile è un giocatore straordinario, vanno esaltate le sue caratteristiche. Poi Ciro non è più il calciatore di qualche anno fa, per questioni anagrafiche, ma è un giocatore forte. I giocatori hanno anche bisogno di ritrovare la giusta fiducia che mi sembra che tra Sarri e Immobile si sia un po' persa. E Tudor è sempre in grado di valorizzare l’attaccante centrale. Sanchez a Marsiglia è rinato, Simeone a Verona ha fatto benissimo e credo che valorizzerà anche Ciro”.

E sul dualismo Luis Alberto-Kamada?

“Il giapponese non è male ma Luis Alberto è un giocatore totale. Sarri gli ha chiesto anche compiti difensivi, gli mancava solo che facesse il portiere... lui è prettamente un giocatore offensivo”.

Tudor cerca sempre il meglio e di essere a suo agio con l'ambiente. Tranne in Croazia, ha sempre allenato un solo anno. È una questione di fiducia?

“Questa analisi è vera ma penso possa nascere un bel binomio tra Lotito e Tudor, il quale predilige molto il gruppo e la famiglia. E la Lazio mi sembra abbia queste caratteristiche. Questi due mesi sono da valutare poi la campagna acquisti sarà determinante in questo senso. Non conosco Lotito ma dalle sue dichiarazioni mi sembra possa nascere un bel binomio, questa è la mia sensazione”. 

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