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Reina: “Con Sarri una Lazio diversa. Su famiglia, carriera e futuro…”

Reina

Le parole del portiere biancoceleste per il quotidiano sportivo spagnolo Marca in occasione del suo trentanovesimo compleanno

redazionecittaceleste

Lo scorso martedì, Pepe Reina ha compiuto trentanove anni. Per l’occasione, è stato raggiunto telefonicamente da Marca, noto quotidiano sportivo spagnolo a cui ha rilasciato una lunghissima intervista. Di seguito le sue parole

Lazio e Serie A

Vedo una Lazio completamente diversa con Sarri. Dobbiamo adattarci alle idee del mister, su questo siamo un po’ indietro ma abbiamo molta voglia di applicarci. Rispetto allo scorso anno vogliamo difendere meglio per non subire di nuovo cinquantacinque goal. È l’obiettivo primario. Sarri chiede molto pressing e il controllo del campo e del pallone per quanto possibile. Il calcio è in continua evoluzione, non so se quello del catenaccio era un mito, ma ora squadre come l’Atalanta, noi o il Napoli giocano meglio, le partite sono più aperte. Lo dimostra la Serie A. Tra un anno mi vedo ancora nella Lazio. Ho un altro anno di contratto e, se tutto va bene, anche un altro. Penso che chiuderò la mia carriera a Roma, io e la mia famiglia siamo molto felici qui”. 

La famiglia

Non è vero che un calciatore non ha tempo per la famiglia, però viaggiamo molto. Ma abbiamo molto più tempo rispetto a chi lavora otto ore in ufficio, siamo molto fortunati. Mia moglie in ogni caso è bravissima a dare ai ragazzi tutte le attenzioni che io non riesco a dar loro. Uso i social per essere vicino alle persone, voglio mostrarmi come sono. Chi non è d’accordo con me può non seguirmi. Dopo il ritiro vorrei allenare, mi preparerò per essere uno dei migliori. Ho avuto buoni insegnanti, questo mi aiuterà. Mia moglie mi sostiene, siamo entrambi d’accordo che io debba provarci. Ormai penso più da allenatore che da giocatore. Sono appassionato di tattica e mi piace capire perché si fanno le cose, decifrare una partita, studiare i dettagli di cui si parla in settimana. Per trasferire le richieste del mister in campo ed essere d’aiuto”.

 Strakosha e Reina con Nenci e Grigioni

Record e carriera

Sono vicino alle 1000 partite in carriera e distante sei match dal record di Casillas nei tornei europei, ma il record che mi piacerebbe raggiungere di più è un altro: quello di portiere del XXI secolo con più partite a porta inviolata. Per quanto riguarda le partite in Champions, non ne ho però tante come Casillas o Cristiano Ronaldo. Ho giocato con squadre importanti, ma cambierei tutto per una Champions League. È quello che mi è mancato, un chiodo fisso dalla finale persa del 2007 con il Liverpool. Molti mi considerano divertente? Meglio questo che essere considerati anticipatici. Ma la mia carriera è lì, anche se comunque mi considero una persona estroversa. Chi pensa però che sia stato per esempio in nazionale per quattordici anni solo perché sono divertente non sa di calcio o non mi ha mai visto giocare. Non giochi dove ho giocato io perché sei divertente”. 

I maestri 

Guardiola? Aiutava tantissimo a interpretare le situazioni quando gli avversari venivano in pressing. Ti faceva quasi contare i giocatori rivali per capire se potevi sfruttare la situazione e creare superiorità con i portiere. Pep è una persona che ti apre la mente. La mia abilità con i piedi invece la devo a Frans Hoek: a tredici o quattordici anni a La Masia è arrivato Van Gaal, il primo a chiedere molto gioco dei portiere con i piedi. Da quel momento ci ho lavorato. Oggi il portiere deve essere competo, deve essere importante per la squadra. Nel calcio si impara sempre di più ogni giorno. Con l’età vengono meno i riflessi ma aumenta l’intelligenza tattica. Questo mi permette di non essere più esplosivo, perché riesco a leggere un passaggio molto prima rispetto al passato”. 

Donnarumma

Per il futuro Donnarumma sarà sicuramente un punto di riferimento. Ha giocato oltre 250 partite a ventidue anni, è un curriculum impressionante. Può tranquillamente essere tra i primi tre per anni. È un portiere incredibile, alto ma agile. L’Italia ha un portiere importante per i prossimi dieci o quindici anni”.