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Roma-Lazio, De Rossi: “Stimo Tudor. Ha avuto poco tempo, non sappiamo se…”

De Rossi
Le parole del tecnico giallorosso intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della stracittadina in programma domani alle 18 all'Olimpico
Stefania Palminteri Redattore 

Interverrà oggi alle 14.00 Igor Tudor in conferenza stampa. Prima dell’allenato della Lazio, però, in mattinata ha parlato da Trigoria il tecnico della Roma in vista del derby. Queste le parole di Daniele De Rossi.

Come cambia, se cambia, vivere un derby da allenatore?

Cambia, con gli anni avevo iniziato a gestirla. Oggi mi sento tranquillo. I ragazzi la stanno approcciando bene, lavorando forte. Cerchiamo di dare equilibrio: la carichiamo il giusto, senza andare troppo oltre”.

Ha ricordi particolari dei derby da giocatore?

Tante notti fantastiche, altre meno belle. Se giochi per vent’anni in un posto non puoi avere solo ricordi positivi. Ripenso al primo derby: gol di tacco di Mancini, ero l'uomo più felice del mondo a fine gara. Ero giovane, certe cose non le dimentichi. Ne ho giocati tanti, ricordo con piacere il fatto che lo soffrivo nei primi anni entrando in campo teso, ma che poi ho iniziato a giocarli, bene o male. I primi non li ho giocati davvero”.

È una gara che si prepara più sul piano fisico o mentale?

Bisogna preparare tutto sapendo che è una partita che non avrà conseguenze normali, c'è qualcosa di diverso. Abbiamo un passato non positivo nei derby recenti: c’è voglia di rivalsa, ma senza andare oltre. C'è una partita di calcio da preparare e dobbiamo rimanere lucidi”.

Nelle ultime gare avete segnato poco. Come stanno gli attaccanti?

Con il Lecce è stata una delle peggiori partite ma abbiamo comunque creato alcune occasioni clamorose. Può succedere, così come con il Sassuolo. Non ci sono problemi per quanto riguarda i nostri attaccanti: stanno tutti bene a parte Azmoun. Non si fa comunque gol solo con gli attaccanti, ma con tutta la squadra. Abraham? Vediamo l'allenamento e quali saranno le direttive dei medici. Vediamo se ce lo lasciano convocare o se ha bisogno di allenarsi ancora con la squadra. Con infortuni così lunghi ci sono scadenze da rispettare: oggi capiremo”.

La proprietà si è fatta sentire per parlare del futuro durante questa sosta di campionato?

Parliamo spesso del futuro a breve termine, del campionato. Ho capito bene la domanda, ma la pausa ci è servita per parlare del futuro che in questo momento è più importante per noi, ossia i prossimi due mesi”.

Che Lazio si aspetta? La posizione di Felipe può influire sulle sue decisioni?

Non sappiamo con certezza se Zaccagni ci sarà o meno. Abbiamo poco tempo per fare ipotesi sulla Lazio, quindi ci concentriamo su di noi, conoscendo comunque la filosofia di gioco di Tudor. E sapendo che la Lazio non giocherà per 90 minuti come giocava l'Hellas Verona perché ci vuole tempo. Ipotesi vere e proprie sulla formazione non ne possiamo fare perché abbiamo visto veramente poco finora. Ci sono tante cose che tu prepari, a volte in base agli avversari fai delle scelte. In ogni caso non ci stravolgiamo per gli avversari. Potrebbe succedere qualora dovessimo incontrare giocatori veramente unici, in futuro”.

Tudor che allenatore è?

Sia io che lui siamo subentrati, senza avere molto tempo per allenare. Con le coppe di mezzo ci si allena poi molto poco. Lui è un allenatore importante, con un'idea ben precisa. Quella di una serie di allenatori con Gasperini come capostipite. Lui è molto intelligente, sa che non con tutti si può fare un tipo di calcio come con l'Hellas Verona. Dipende molto dai giocatori che ha trovato. Lo stimo molto”.

Con Sassuolo, Lecce, Frosinone, Torino primi tempi non buoni. La preoccupa?

Ne abbiamo parlato ma ci sono discorsi tattici da affrontare. All'inizio, quando sono arrivato, mi dicevate che calavamo nel secondo tempo, forse abbiamo puntato troppo nella ripresa ora. Anche la mia analisi post Fiorentina forse lascia il tempo che trova, quando parlavo della sofferenza con la difesa a tre. Parliamo comunque della Serie A: vedendo la situazione da dove siamo partiti, non è facile passeggiare a Firenze, Lecce, questi campi qui, forse solo l'Inter può passeggiare. Può essere normale soffrire un tempo a Firenze, poi è giusto pensare a noi, in ciò che potremmo migliorare. Con il Lecce è difficile giocare, campo difficile, la corsa salvezza, squadra difficile da affrontare. Nel primo tempo, abbiamo sofferto ma poi nella ripresa siamo stati un'altra squadra”.

Che tipo di approccio hai con le polemiche arbitrali? I tifosi dicono che la società non si espone mai, ne avete parlato?

Non ho una strategia. Do il tempo che merita alla questione, perché non posso allenare gli arbitri. A Lecce abbiamo avuto un danno, alcune volte è giusto parlarne, altre no perché vuoi focalizzarti su altre cose. Penso di essere un allenatore che può fare un discorso sano, non protesto come altri, se un mio giocatore butta la palla fuori non dico che è nostra. In questo caso, avevamo ragione ma lì mi fermo. La società parla con me anche di questo, ovviamente uno prende una posizione e si mette di traverso se l'episodio di Lecce si ripetesse ogni settimana. Invece è la seconda volta, dopo Firenze, niente di straordinario. Dovrebbero utilizzare noi giocatori come cavie per rendere il gioco più fluido. Nessuno come i giocatori sa riconoscere l'entità di un contatto. Arbitri e giocatori dovrebbero stilare insieme un regolamento. Sento spesso dire che se ha fischiato è rigore, ma se non avesse fischiato non sarebbe stato rigore, ma è una frase pericolosa”.

In questo periodo come si gestiscono giocatori come Dybala o Spinazzola dal punto di vista fisico?

Nei primi due mesi non ho gestito particolarmente i calciatori, se non chi era reduce dagli infortuni. Per il resto, ho spremuto abbastanza lo stesso Dybala. La nostra gestione è quella di allenarlo affinché possa spingere senza sentire dolore. In queste fasi cerchiamo di evitare di fargli fare 90 minuti in ogni gara, ma si gestisce il tutto con loro: sono persone adulte. Abbiamo comunque fiducia nella rosa e in chi potrebbe giocare al posto loro”.

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