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Roma-Lazio, Giordano: “In campo ce le davano, fuori eravamo veri amici. Oggi…”

Bruno Giordano
Le sensazioni dell'ex attaccante e capitano della Lazio sulla stracittadina odierna e i ricordi dei suoi derby della Capitale in biancoceleste
Edoardo Benedetti Redattore 

Ne ha vissuti tanti di derby della Capitale nella sua parentesi decennale alla Lazio dal 1975 al 1985. Bruno Giordano, ex attaccante e capitano biancoceleste, a La Gazzetta dello Sport ricorda i vecchi duelli tra le romane: "In campo ce le davamo di santa ragione, ma durante l’anno i rapporti erano di vera amicizia".

C’è una foto che ritrae al mare lei, il suo compagno di squadra Di Chiara e i romanisti Di Bartolomei e Bruno Conti. Sembrate quattro vecchi amici.

"E lo eravamo. Quella foto fu scattata ad Anzio, dove io e Ago (Di Bartolomei, ndr) eravamo di casa, spesso ci raggiungeva Bruno (Conti, ndr) che è di Nettuno. E anche Di Chiara veniva da quelle parti. Io e Di Bartolomei ci conoscevamo sin da piccoli per via di uno zio amico di entrambe le famiglie".

Oggi sarebbe uno scandalo.

"Assurdo. Il calcio è una cosa seria, ma l’amicizia va oltre. All’epoca era normale e ciò non ci impediva di affrontarci in maniera rude in campo. Pensi che io e Ago cenammo insieme a Trastevere il giovedì prima del derby che poi finì 1-0 con un mio gol sotto la Nord".

Facile dire che sia stato il suo derby più bello.

"Già. Ma il merito fu di Felice Pulici che parò tutto. Sarebbe dovuta finire 4-1 per la Roma, invece vincemmo noi".

Scorgendo i social, vediamo che anche oggi non disdegna le amicizie con i romanisti.

"Sì, qualche settimana fa sono stato al compleanno di Nela. Sebino è un ragazzo straordinario, con lui l’amicizia è nata dopo. Ma già in campo c’era comunque grande rispetto. È stata una gran bella serata, anche perché ho avuto modo di incontrare amici che non vedevo da tempo, come Tancredi".

Oggi che derby sarà?

"Difficile come sempre. Con l'aggiunta dell’incognita di due tecnici entrati in corsa. Daniele (De Rossi, ndr) sta facendo molto bene. Non mi sorprende. Ha giocato a grandi livelli, è un ragazzo intelligente e conosce alla perfezione l’ambiente. Tudor lo scopriremo strada facendo, è ancora presto per dare un giudizio. Ma mi sembra un allenatore molto interessante".

Quali possono essere le mosse con cui proveranno a imporsi?

"Ognuno cercherà di fare il suo calcio, senza stravolgimenti nonostante sia il derby. Ma io sono convinto che la sfida la deciderà chi va in campo. Gli allenatori sono importanti, ma a giocare sono i calciatori. Questa è la cosa che conta di più, specie in un derby".

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