Una lunga intervista concessa per Panini Italia, pubblicata su Youtube, vede protagonista Nicolò Rovella, uno degli acquisti estivi in casa Lazio. In pochi mesi ha conquistato tutti, Sarri, tifosi e compagni, guadagnandosi un posto importante nello scacchiere biancoceleste. Di seguito, le parole del centrocampista biancoceleste tra passato e presente.
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Rovella: “Quando entro in campo mi sento laziale da sempre. L’obiettivo…”
"Fisicamente sto molto meglio. Ho ripreso ad allenarmi e spero di poter rientrare presto in gruppo, anche e soprattutto in vista della trasferta di Monaco. Ho tanti ricordi della mia infanzia, specialmente quando mi sono avvicinato al calcio. Il primo che mi viene in mente è quando andavamo al parco insieme ai miei amici per giocare, con mia mamma che mi sgridava perché dovevo tornare a casa. A sedici anni, poi, mi sono trasferito al Genoa. Il rapporto con la città è stato da subito fantastico, anche perché mio nonno è originario di lì. Questo ha aiutato a inserirmi, mi sono molto legato a Genova. L'esordio in prima squadra è stato incredibile, difficile descriverlo.
Mio padre e mio nonno sono malati di calcio, anche più di me, questo mi ha avvicinato ancora di più a questo sport. La cosa bella di Genova è che la curva veniva a vederci anche nelle partite della Primavera, questo crea un'atmosfera incredibile. Stessa cosa qui alla Lazio, si è creato subito un rapporto incredibile. I derby, poi, in entrambe le città si vivono con una carica assurda. Ovviamente la differenza sta nel valore delle squadre che qui a Roma è più alto, quindi si sente di più.
L'esordio in Serie A è arrivato invece a San Siro, nella mia città di nascita. Era presente tutta la mia famiglia con i miei amici, quindi un giorno per me indimenticabile. Dopo la partita addirittura sono tornato a casa a piedi. Da lì è stato tutto in crescita. Sono poi passato al Monza, una grande società che aiuta i giocatori giovani come me. Mister Palladino è stato fondamentale, la sua fiducia nei miei confronti ha fatto la differenza. Il primo gol in A con il Monza è indimenticabile, vorrei farlo anche con la Lazio.
L'impatto con la Lazio è statoincredibile. Il calore che ho ricevuto qui è stato bellissimo: sento un trasporto speciale, specialmente all'Olimpico. E' come se giocassi qui da sempre. Sarri? E' un maestro. Specialmente per i giocatori che come me giocano davanti alla difesa. A livello personale sono molto grato, mi ha dato un'opportunità unica. Non è uno che parla molto, ma quando lo fa è sempre molto schietto. Giocare in Champions è il sogno di tutti. L'esordio di quest'anno è stato bellissimo. Ho tanti amici laziali: dopo la partita contro il Feyenoord mi hanno inviato un video che mi ha messo i brividi.
Tra i compagni di squadra quello che ammiro è Luis Alberto. Fa la differenza da sempre, lo dimostra ogni domenica. Il mio idolo da sempre è Modric. Il mio ruolo è quello del mediano, credo sia la posizione in cui costruirò la carriera. Fare qualche gol in più mi piacerebbe, ma le responsabilità del mio ruolo mi piacciono molto. La Lazio può arrivare molto avanti, non abbiamo tirato fuori tutto il nostro potenziale ancora. L'obiettivo è tornare in Champions: ora possiamo fare l'impresa a Monaco, il risultato fatto all'Olimpico non dev'essere buttato via. Voglio vincere trofei con questa maglia. Io allenatore? Ora non mi ci vedo, penso solo a fare il giocatore. L'obiettivo del prossimo futuro è la Nazionale. Sono già stato pre convocato, spero di avere una possibilità per fare l'Europeo.
Con Pellegrini ho un ottimo rapporto, siamo amici. Usciamo spesso insieme qui a Roma. Un aneddoto sul mio trasferimento è quando è venuto nello spogliatoio a dirmi che c'era la possibilità di venire alla Lazio, ma io ancora non sapevo nulla".
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