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Sacchi: “Baroni una sorpresa, la sua Lazio ha capito che…”

Arrigo Sacchi
Il pensiero dell’ex allenatore in vista della partita che andrà in scena domani sera allo stadio Olimpico tra biancocelesti e bergamaschi
Stefania Palminteri Redattore 

In vista del match tra Lazio e Atalanta, la Gazzetta dello Sport ha intervistato Arrigo Sacchi. Queste le parole dell’ex allenatore sulla gara tra biancocelesti e bergamaschi: “Non mancheranno le occasioni da gol. Sono due squadre che fanno del gioco d’attacco la loro prima qualità e che interpretano il calcio proprio come lo avevano pensato i padri fondatori: uno sport collettivo e offensivo. Purtroppo, in Italia, per cinquant’anni e più, abbiamo fatto esattamente il contrario: abbiamo giocato come se il calcio fosse individuale e difensivo”.

Che cosa le piace dei due allenatori?

Partiamo da Baroni, che conoscevo meno rispetto a Gasperini. In questo campionato mi ha davvero stupito. So che aveva fatto benissimo a Verona, raggiungendo una salvezza nella quale molti non credevano, però alla Lazio si è superato. Ha preso una batosta in casa contro l’Inter , ma si è subito rialzato, significa che non mancano i valori morali”.

Che cosa l’ha impressionata?

Il movimento di tutta la squadra. I giocatori della Lazio non sono mai fermi e seguono un chiaro spartito. Evidentemente in allenamento lavorano molto, e bene, su questi dettagli. Con questo movimento armonico e collettivo, i reparti si aiutano e nessuno si sente mai solo. È un’idea di calcio molto europea”.

E poi corrono tantissimo, i ragazzi di Baroni, e attaccano in massa.

La questione della corsa è fondamentale. Se vai più forte dell’avversario, hai un vantaggio notevole: puoi arrivare prima sul pallone, gestire la manovra, trovare spazi liberi tra le linee. Baroni è riuscito a convincere i suoi giocatori dell’importanza dell’aspetto fisico nel calcio moderno. Non è semplice da spiegare a un gruppo di ragazzi”.

È dal movimento continuo che nascono gli attacchi portati con tanti elementi?

Proprio così. Loro hanno energie nelle gambe, vanno avanti e indietro e tutti accompagnano l’azione. La Lazio è una squadra compatta: sono in 11 , ma a volte sul campo sembrano in 22. Ripeto: il merito di Baroni è di aver dato un senso logico a tutta la squadra, e averlo fatto in una città non facile come Roma è una medaglia da appuntarsi al petto”.

Gasperini come affronterà il classico 4-2-3-1 della Lazio?

Seguendo i suoi soliti principi tattici. Marcature a tutto campo, uomo contro uomo. Gasp, che è un vero maestro, pratica il sistema puro e lo farà anche all’Olimpico. L’Atalanta in testa alla classifica mi dà una gioia immensa: è la dimostrazione che si può raggiungere il successo anche se non si ha il budget economico dei grandi club. Contano le idee, volete mettervelo in testa?”.

Anche Gasp chiede movimento e intensità.

Sono due concetti alla base del suo calcio. L ’Atalanta pedala e non ha paura di affrontare le salite. È una squadra coraggiosa, che guarda in faccia qualsiasi avversario e lo sfida. Ha qualità fisiche e tecniche molto importanti”.

Mancherà Retegui, infortunato. Un problema?

Beh, averlo avuto sarebbe stato meglio per Gasp. Ma sono sicuro che s’inventerà una soluzione perfetta per l’occasione. È difficile cogliere impreparato uno come Gasp: ha esperienza, sa leggere le partite, sa preparare le sfide e tiene sempre sul chi vive i suoi, in modo da farli rendere al massimo”.

Che cosa pensa dell’esplosione di De Ketelaere?

Che evidentemente non era un Signor Nessuno come hanno pensato quelli del Milan quando lo hanno ceduto, e nella sua crescita io ci vedo la mano di Gasperini. Ha saputo far rinascere un giocatore che ha notevoli qualità, lo ha stimolato e, quando ha capito che era il momento giusto, lo ha piazzato al centro del progetto. Gasp crede nel gioco, prima di ogni cosa, è la sua forza”.

Pronostico?

Non mi sbilancio, ma dico che Baroni e Gasperini sono allenatori di altissimo livello, e molti colleghi dovrebbero prenderli ad esempio se vogliono regalare spettacolo”.