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Sarri-Lazio, promessa con vista giugno. La convivenza rischia di diventare forzata
Il ritorno di Sarri rischia di diventare una convivenza forzata. Il tecnico toscano si sente tradito, lo ribadisce ogni volta che ne ha occasione. E a turbarlo ancora di più sono le mancate garanzie sul futuro, che continuano a essere latenti. Ma Sarri, stavolta, non minaccia l'addio, come fatto a marzo 2024. Il rischio, per la società, è che il tecnico toscano rimetta il club alla gogna pubblica. Se Lotito e Fabiani erano convinti di aver giocato la carta di un ritorno romantico per smorzare le tensioni di piazza, potrebbero pentirsi dell'accordo triennale sottoscritto col tecnico biancoceleste: le sue dimissioni non sono un'opzione, non rinuncerà di nuovo ad altri cinque milioni di euro netti fino al 2028. Il motivo è semplice: Sarri attende garanzie sul futuro, che continuano a non arrivare. E se non dovessero arrivare i rinforzi - con l'annesso salto di qualità - non sarà sua responsabilità e attenderà di essere, eventualmente, sollevato dall'incarico.
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