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Slanci di ottimismo ridotti al limite, regna il realismo sopra Formello. Sarri detta la strada, sa che la Lazio non può permettersi illusioni. In questo momento il tecnico sa perfettamente che, allo stato attuale, diventa complicato anche sognare di riportare la squadra in Europa. Gli investimenti - attesi - di gennaio daranno un segnale sull’indirizzo della stagione, aspettando poi giugno e sperando di non dover fare i conti con nuove limitazioni. Intanto il tecnico, schietto anche nelle recenti dichiarazioni, si attacca al carattere e all’orgoglio mostrato dallo spogliatoio e si prepara a cambiare ancora modulo.
Guai a chiamarlo integralista: il Sarrismo è un’utopia, a maggior ragione con una squadra con pochissima qualità. Il trasformismo diventa allora un dogma, anche vedendo le prime uscite di questa stagione della Lazio. Dal 4-3-3 al 4-4-2 passando per il 4-2-3-1: sono già tre i moduli utilizzati da Sarri nelle prime sei gare. A questi potrebbe presto aggiungersi il quarto, il 4-4-1-1 con cui il Comandante sta pensando di ridisegnare la squadra in vista dell’Atalanta. L’emergenza in attacco rende obbligatorio trovare nuove soluzioni, Pedro in questo caso si muoverebbe alle spalle di Dia - o Noslin - con Basic largo a sinistra a centrocampo. Numeri e schemi che, in ogni caso, non cambiano lo scenario di partenza: non sarebbe altro che una variante del 4-3-3 di partenza, pronto a trasformarsi in campo. A volte più coperto, come si preannuncia domenica prossima, altre più arrembante come col Torino.
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