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Sassuolo-Lazio, Grosso: “Sarri ha fatto la storia del calcio. Servirà coraggio di…”
Intervenuto ai taccuini de Il Messaggero, il tecnico del Sassuolo, Fabio Grosso, ha detto la sua in vista della gara di domenica contro la Lazio. Non sono mancati gli elogi a Maurizio Sarri da parte dell'eroe del Mondiale vinto dall'Italia nel 2006. Inevitabile poi un commento proprio sull'attualità degli azzurri e sulle prime uscite da ct di Rino Gattuso.
Fabio Grosso, dica la verità: il suo esordio in serie A si sta rivelando più complicato del previsto?
“Non penso. I risultati non ci stanno dando ragione ma sono contentissimo di proseguire questo percorso lavorando bene dopo essermi meritato la categoria insieme ai ragazzi. Si sa che il livello è alto, ma credo molto nell'impegno quotidiano e nello spirito collaborativo e di abnegazione".
Aspettate la Lazio: riscossa possibile?
“Ogni partita è un'opportunità per raccogliere quello che ci serve per raggiungere l'obiettivo”.
Cosa pensa di Sarri?
“È un grandissimo allenatore per me un onore affrontarlo. Ha fatto la storia del calcio con un'identità molto precisa che gli appartiene e dà alla squadra. A me piace, si riconosce la sua filosofia. Complimenti al tecnico e alla persona”.
Per quali obiettivi può lottare la Lazio?
"Faccio fatica a vedere le aspettative degli altri, sono concentrato solo sulla nostra crescita. Compete a loro dire dove vogliono arrivare. Li trovo forti e sono sicuro che proveranno a metterci in difficoltà”.
Stavolta servirà soprattutto?
“Una partita super da parte nostra, sennò faremo una gran fatica. La prestazione racchiude tante cose, poi ci sono le variabili. Dovremo avere il coraggio di proporre ciò che sappiamo e poi essere bravi a garantire gli equilibri con attenzione in tutte le zone del campo”.
Che partita sarà?
“Noi possiamo immaginare delle situazioni. Mi aspetto la Lazio forte davanti e che sa fare cose diverse in momenti diversi. Da parte nostra dovremo essere bravi a capire. Mi piace creare delle soluzioni e vederle messe in pratica".
Cosa vi ha lasciato l'ultima sconfitta a Cremona?
“L'abbiamo metabolizzata, quanto succede devi utilizzarlo mettendo a fuoco gli aspetti positivi e negativi facendone tesoro. È stata una partita strana, eravamo padroni, ci siamo persi quando potevamo vincere e siamo stati superficiali finendo per perdere. La prendiamo come una lezione che servirà".
Carnevali ha detto che il Sassuolo deve darsi una svegliata.
“Siamo sempre svegli e attivi. Cerchiamo sempre di fare il massimo per ottenere quanto più possibile e siamo consapevoli di dover lavorare meglio".
Su quali aspetti lavora di più?
“Proviamo a insistere su tutti. Questo sport è ricco di variabili e su tutto non si può intervenire. La bravura è riconoscere in campo determinazioni situazioni con le migliori soluzioni da trovare e sfruttare".
Berardi resta la chiave principale?
“È un giocatore importante, si parla di lui tante volte, conosciamo benissimo le caratteristiche e cerchiamo di metterlo nelle condizioni di esprimere le sue doti che giovano alla squadra. A volta ci riusciamo, altre no".
Come si trova con tanti stranieri?
“Benissimo. Mi piace scoprire, curiosare, carpire. Ci sono tanti ragazzi di Paesi diversi. La difficoltà è trovare il legame, ci vuole il lavoro. Sono contento delle caratteristiche. Per la lingua rispolvero il mio francese e sto migliorando l'inglese".
Il suo amico Gattuso?
“Gli dico: in bocca al lupo. Non mi addentro nella sfera azzurra. Ho visto una grande carica. Sono sensazioni, emozioni".
Il gruppo azzurro la convince?
“Sono fiducioso in chi fa le scelte per riportarci al Mondiale. Ripartiamo con le caratteristiche che abbiamo".
L'impressione quando il Ct è venuto al Mapei Football Center?
“Mi ha fatto molto piacere ritrovarlo, anche nella nuova veste. È un compagno di squadra di un'avventura straordinaria. Abbiamo parlato come due amici che si ritrovano. Non ci vedevamo da quando due anni fa è venuto a salutarmi allo stadio dopo l'aggressione col Lione".
Quale segno stanno lasciando, nei nuovi ruoli, i campioni del mondo del 2006?
“Ciascuno ha preso la sua strada, portando avanti ciò in cui crede. Un filo conduttore ci ha unito 19 anni fa per qualcosa di stupendo che rimane, il tempo è passato e abbiamo preso strade diverse. Non si possono accomunare le esperienze. Come i campioni dell'82, abbiamo anche noi la chat che è dormiente e ogni tanto si riaccende".
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