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Sconcerti: “Sarri ha capito che ci sono problemi con una parte della Lazio”

redazionecittaceleste

Le parole del giornalista in merito alla situazione attuale dalle parti di Formello, dove i biancocelesti continuano il ritiro

Continua a far parlare di sé la Lazio, dopo la prestazione tutt’altro che eccellente di domenica contro il Verona. Tanti i commenti e i giudizi sulla situazione attuale della squadra biancoceleste, che deve anche risolvere la situazione di Luis Alberto. Ma, intanto, domani sera allo stadio Olimpico arriverà la Fiorentina di Vincenzo Italiano e i biancocelesti arriveranno alla sfida dopo aver passato gli ultimi giorni in ritiro. Tra i tanti commenti sulla situazione attuale in casa Lazio è arrivato anche quello di Mario Sconcerti, intervenuto ai microfoni di TMW Radio durante Maracanà. Di seguito le sue parole.

Il momento della Lazio

Per come la vedo io, tra una parte della squadra e l’allenatore c’è un problema serio. E a me fa piacere che Sarri sia riuscito a capirlo. Credo che si senta così responsabile adesso perché sta capendo che se la squadra gioca al di sotto delle sue possibilità la colpa è necessariamente sua. I giocatori di certo ci mettono del loro, su questo non c’è dubbio. Il tecnico però deve fare delle scelte, è un mestiere difficile. Sarri si sta prendendo alcune responsabilità che sono sue, poi le colpe sono sicuramente anche dei giocatori, ma la responsabilità è innanzitutto tecnica. E per me questa è dell’allenatore”.

Sarri, Immobile e Luis Alberto

Sarri non è un ex calciatore e ha avuto molto successo nel suo precedente mestiere, quello di bancario. Sarri non è una persona intransigente, penso che la Lazio abbia altri problemi. È stato l’allenatore del Napoli per anni e lì ha fatto il record di punti del club. Poi è andato al Chelsea e ha vinto, stessa cosa che ha fatto anche in bianconero. Immobile? È un calciatore duttile, che però deve anche pensare a se stesso. Ancora oggi penso che rimanga un uomo da trenta goal a campionato. Luis Alberto? Non penso sia un caso se lo chiamano mago: è sempre stato un calciatore con una testa brillante”.