Alla fine, Maurizio Sarri ha svegliato il sindacato calciatori. Le continue polemiche sul calendario di calcio mosse dal tecnico della Lazio hanno evidenziato un problema sommerso. "Giochiamo ogni 70 ore per 20 giorni e gli altri 15 giorni i ragazzi sono nelle nazionali - aveva affermato il tecnico biancoceleste a fine settembre - così è impossibile parlare di lavoro di un allenatore. E' assurdo che un tecnico non abbia i suoi calciatori per 33 giorni su 90 in piena stagione. Il lavoro a questi livelli non si fa più: bisognerebbe trovare un momento dell'anno in cui giocano le nazionali, e tutto sta fermo".
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Lazio News – Sarri sveglia l’Aic. Calcagno: non si può andare avanti così
Il presidente del sindacato punta il dito sui troppi impegni: In futuro il calendario sarà più snello, ma serve ancora tempo
Nelle sue successive esternazioni, l’allenatore della Lazio era stato ancora più chiaro. "Mi meraviglio che l’AIC stia zitta - aveva affermato Sarri alla vigilia della sfida contro la Lokomotiv Mosca - il sindacato calciatori protesta per ottenere una settimana in più di vacanze a Natale, ma poi non dice nulla per tutte queste partite. Quando si gioca molto, si gioca male - ha ribadito recentemente il tecnico della Lazio - penso che tutto questo sia frustrante per noi allenatori, perché siamo diventati registi televisivi, si allena solo con i filmati. Perdi il gusto dell'allenamento settimanale sul campo. A me non piace, ma può darsi che ci siano allenatori a cui tutto questo piace”.
Alla fine, anche il sindacato calciatori si è svegliato. I numerosi incidenti occorsi negli ultimi mesi al giocatori ha mosso la coscienza dei rappresentanti dell’Aic. Mi fa piacere che finalmente se ne siano accorti anche gli altri - ha sottolineato il presidente dell’Aic Umberto Calcagno - i top player giocano più di 70 partite all’anno, di cui 50 con meno di 4 giorni di recupero. Alcuni di loro arrivano a fare addirittura 90mila chilometri l’anno. È fuori dubbio che non si possa continuare così. C’è finalmente la percezione di ciò che sta accadendo - ha concluso il presidente Aic Calcagno - sono convinto che le partite diminuiranno, purtroppo non nel brevissimo periodo, visti gli impegni contrattuali in essere legati ai diritti televisivi delle competizioni”.
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