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Verona-Lazio, Top&Flop: disastro difesa, ma problema collettivo. E Ciro…

Ciro Immobile contro l'Hellas Verona

Male tutto il reparto arretrato, ma è la prestazione della squadra a essere sotto la lente di ingrandimento. Simeone show, Immobile...

redazionecittaceleste

TOP

Simeone

Scelta facile e forse un po’ scontata, che lascia fuori comunque tanti giocatori tra le fila del Verona. Una menzione d’onore per esempio va a Caprari e Barak, ma anche a Montipò per aver saputo tirare fuori un paio di parate nell’unico momento di pericolosità della Lazio. Impossibile però non premiare un giocatore che, a distanza di più di due anni e mezzo dal poker di Zapata, torna a segnare 4 goal in un’unica gara. Al Bentegodi Simeone riesce a essere sempre libero ed è bravissimo a dimostrarsi freddo e letale. Di certo lo aiutano molto la bravura dei compagni nel servirlo e le dormite dei biancocelesti nel marcarlo.

Immobile

Scelta tutt’altro che facile e probabilmente discutibile, questa volta. Eppure, Ciro Immobile merita questo riconoscimento. Non tanto per quanto fatto vedere in campo, sebbene sia stato l’unico probabilmente a crederci fino in fondo e a dannarsi l’anima come sempre e per quanto possibile. Ciro merita di stare qui perché si è dimostrato capitano non solo per la fascia al braccio. Ha portato i suoi compagni sotto il settore ospiti, per chiedere scusa a testa bassa e a costo di beccarsi i fischi dei tifosi presenti. E poi si è presentato davanti alle telecamere con la voce sommessa e, come spesso accade, con grande lucidità. Ha chiesto scusa e ha chiamato alla reazione i compagni, invitando tutti a un esame di coscienza. E, infine, ha protetto Sarri e si è fatto portavoce della società, dando la notizia del ritiro: bello che sia arrivata dalle parole di un giocatore.

FLOP

La difesa biancoceleste

È vero, ci sarebbero le dovute attenuanti del caso. Ma l’assenza di Luiz Felipe e Acerbi contemporaneamente, oltre ai primi minuti stagionali di Radu, non giustifica quanto visto in campo. Il disastro è collettivo, nessuno escluso. Male Hysaj, che sembra davvero avere bisogno di riposo. Male Patric, che era chiamato a essere in qualche modo il punto di riferimento della difesa. Male Marusic, spento e anonimo nonché colpevole sul terzo goal. Male infine Radu, che forse avrebbe anche diritto a qualche alibi. Però, da un giocatore con la sua esperienza e con il suo carisma ci si aspetta sempre qualcosa in più.

Lazio

La prestazione disastrosa è collettiva, lo ha spiegato bene anche Sarri. Inutile accanirsi con i singoli in una gara come questa. Al di là degli errori del pacchetto difensivo, già evidenziati, quello che si vuole qui sottolineare è l’approccio sbagliato alla gara. Migliore rispetto a Bologna, è vero, ma c’è il suono fastidioso di una spia lampeggiante che rimane in sottofondo e disturba i pensieri. Perché è preoccupante che una squadra come la Lazio sbagli partite come queste ma poi ne giochi altre come il derby e la gara contro i nerazzurri. Mal di trasferta, periodo di rigetto delle novità o fragilità psicologica, non cambia: urge un cambio di rotta, la speranza è che arrivi con il ritiro.