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—Il Torino di Moreno Longo si appresta ad affrontare la Lazio in un momento difficile della propria storia. I granata, che ad inizio anno hanno perso la possibilità di giocare la fase a gironi d’Europa League nei play-off contro il Wolverhampton, sono passati dal settimo posto dello scorso anno all’attuale quattordicesimo, navigando a vista sulla zona retrocessione. Il successo di mercoledì scorso contro l’Udinese è stato un toccasana per volare a +6 sul Lecce terzultimo. Ma la squadra non dorme sonni tranquilli, tutt’altro. Il patron Cairo è stato il principale fautore (molto più di Cellino) a cercare in tutti i modi di non tornare in campo e non riprendere il campionato. Questo la dice lunga sulla paura di retrocedere. Ma probabilmente il Torino deve “ringraziare” il Covid e lo stop: senza di esso la parabola discendente verso la serie B era allarmante e preoccupante. Si tratta di quei classici esempi in cui da squadra tranquilla con un buon girone d’andata, precipita nel ritorno non riuscendo più a fare punti. Negli anni scorsi abbiamo gli esempi di Sampdoria, Empoli, Palermo, quest’anno il rischio per i granata era altissimo. Specialmente dopo lo 0-7 casalingo contro l’Atalanta. Una discesa senza freni, portava dritto allo schianto. Il covid ha cambiato tutto, e la ripartenza non è stata così malvagia. 4 punti in 3 gare tra Parma, Udinese e Cagliari. Ora il calendario si fa duro tra Lazio, Juventus e Inter nelle prossime quattro. Proprio il derby potrebbe essere un veicolo di distrazione, come già lo fu all’andata.