Lo stadio di San Pietroburgo si riempie di tifosi, creando una nuvola di evasione dal mondo per come lo conosciamo - ormai - ai tempi del Covid. Dagli spalti lo spettacolo è palpabile, non eravamo più abituati, ma lo show del campo non è all'altezza di questa strana cornice. Zenit e Lazio giocano una partita tecnicamente modesta e dal tasso qualitativo limitato. Sono solo due le fiammate - una per parte - e spezzano in due la posta in palio. Il primo tempo è avaro di emozioni, c'è spazio però per il gol dei padroni di casa. Gol che mette in luce, di nuovo, le criticità difensive che la Lazio sta palesando nella stagione in essere. Una carambola in area di rigore mette crea imbarazzo alla Lazio, il colpo di testa di Kuzyayev prende in contropiede i centrali e mette Erokhin nelle condizioni di segnare. Tutto solo.
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Ci pensa ancora Caicedo: la Pantera strappa un pareggio prezioso
1-1 tra Zenit e Lazio
Nella ripresa Inzaghi chiede ad i suoi una reazione d'orgoglio. Escono Fares, Parolo e Muriqi (tutti ben al di sotto della sufficienza) per fare spazio a Cataldi, Pereira e Caicedo. Ed ancora lui, la Pantera, a risolvere le cose: gol di pregevole fattura, con un piattone rasoterra di prima, che permette alla Lazio di strappare un punto prezioso nell'economia del girone. Milinkovic ci prova due volte da fuori area, prima col sinistro poi col destro, ma non va. Anzi, sul finale fa venire un brivido ai laziali con un retropassaggio tecnicamente insensato, follia che mette lo Zenit nelle condizioni di andare in gol. Ma è fuorigioco. La Lazio, anzi Caicedo, strappa un punto d'oro.
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