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Lazio, ennesimo passo falso: quando diventerai matura?

Disappointment of Riza Durmisi and Ciro Immobile of Lazio during the Italian Serie A football match SS Lazio v Chievo Verona at the Olimpico Stadium in Rome, Italy on April 20, 2019
 (Photo by Matteo Ciambelli/NurPhoto via Getty Images)

L'ultimo passaggio a vuoto della stagione della Lazio è andato in scena nella gara casalinga di sabato contro il Chievo, persa per due reti a uno

redazionecittaceleste

ROMA -L'ultimo passaggio a vuoto della stagione della Lazio è andato in scena nella gara casalinga di sabato contro il Chievo, persa per due reti a uno.

Tutti credevamo che il problema della squadra di Inzaghi fosse battere le big, ma non si trattava esattamente di questo o comunque non era l'unico difetto. I biancocelesti hanno spesso sofferto troppo la pressione nei momenti decisivi della stagione e la partita contro i clivensi è stato un esempio lampante. Dal Tardini arriva la notizia che Bruno Alves è riuscito a pareggiare i conti contro il Milan, siglando una rete all'87esimo ma quella che sarebbe dovuta essere una nota positiva fa solamente vacillare le certezze della Lazio, che all'Olimpico scende in campo poco dopo ma con la testa da un'altra parte. Il Chievo già retrocesso, gioca spensierato e infligge una punizione severissima ai biancocelesti (in dieci uomini per l'espulsione di Sergej Milinkovic-Savic), mettendo a segno due reti in pochi minuti all'inizio della ripresa. Inutile la timida reazione con il gol di Caicedo, che illude il pubblico di poter ancora una volta rimanere attaccati al treno Champions. La creatura di Inzaghi, da due stagioni a questa parte, non è ancora riuscita a fare il salto di qualità anzi, per dirla meglio, il salto di maturità. Sì perché è proprio questo che manca alla Lazio, la maturità per affrontare certe partite con cinismo, freddezza e spietatezza. Il vero problema sta nella testa dei giocatori, non nella rosa corta e non nelle qualità degli undici in campo. Quando si ha in mano una squadra che  è capace di inscenare psicodrammi assurdi, come quello di sabato, si evince che il lavoro fatto in tutto questo tempo si è concentrato su aspetti sbagliati e che non si è data abbastanza importanza alle crisi di concentrazione che spesso abbiamo osservato. E fa strano pensare che l'ossatura della squadra è formata da giocatori di una certa esperienza e caratura come Acerbi, Radu, Leiva e Lulic. La vittoria a San Siro contro l'Inter ci aveva convinti che il vento fosse cambiato, le partite con la Spal, con il Sassuolo, con il Chievo ci hanno invece risvegliato dal sogno. Al di là di come finirà la stagione, i biancocelesti dovranno riflettere molto sulle tante occasioni sprecate malamente sia in questa stagione che in quella passata (Crotone su tutte), perché ci si può stropicciare gli occhi per delle belle giocate, per dei fraseggi a memoria ma a volte è la concretezza a fare la differenza.