ROMA - Partiamo dalla fine, dal rammarico di Simone Inzaghi: "Siamo rammaricati. Su 5 partite abbiamo fatto 2 vittorie e 3 pareggi, ma meritavamo di più. Comunque abbiamo il destino nelle nostre mani, adesso giocheremo con lo Spezia sabato in campionato e poi penseremo alla gara di martedì in casa contro il Bruges". Il monito è chiaro: a questa Lazio, quella meravigliosa vista ieri al Signal Iduna Park, sta stretto il pareggio. Sta stretto il probabile secondo posto finale nel girone. Sta stretto il dover attendere l'ultima giornata per festeggiare una qualificazione che sarebbe ampliamente meritata. Il mister non bellica i suoi, li aizza, pretende di più: questo si che è ragionare da grande squadra!
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Ad un punto da cielo: la festa è “solo” rimandata. Ma che bella Lazio!
Grande Lazio a Dortmund, qualificazione rimandata
Sì, perché il rammarico - ed ecco il paradosso - arriva dopo una partita sensazionale. Davvero, che bella Lazio! I gialloneri, seppur senza Haaland, si confermano maestri del palleggio. Ma la Lazio ha dimostrato di non essere da meno ed ha deciso di giocare allo stesso gioco: ragnatele di passaggi, cambi di fronte, spostamenti, movimenti veloci, verticalizzazioni. Palla sempre in avanti. Ed il Borussia ne ha risentito, un po' rintronato ed un po' tramortito. Ai punti avrebbe meritato la Lazio, ma è 1-1. Ai punti, nel totale del girone, avrebbe meritato la qualificazione anzitempo (e da primatista). Ma la realtà, che spesso non va come dovrebbe, dice che non è così. Poco male, tutta esperienza in vista del futuro. Adesso occorre ottenere quel maledetto punto che porta al cielo, ovvero alla fase ad eliminazione diretta della Champions League. Che poi, sono un po' la stessa cosa.
(Giovanni Manco)
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