Il primo colore che colpisce è il blu. Un’enorme macchia di blu nella Curva Nord, la casa del tifo biancoceleste. Chiusa per razzismo. Recidiva. Un male antico che non sembra lasciare respiro ai sostenitori, né alla Lazio stessa. Non c’è distinzione, a pagare sono tutti anche se solo una minoranza dà adito ad accuse infamanti come quella di ululare come bestie a ogni tocco di un calciatore avversario perché di colore della pelle diverso (diverso da chi? diverso da cosa? verrebbe da domandare, ma così ci si addentrerebbe in vette teoriche complesse e scivolose nelle quali i razzisti mal volentieri si fanno trascinare…). Nord chiusa dunque dopo i buu riservati ai vari Pogba, Asamoah… nel corso della Supercoppa contro la Juve. Il giudice sportivo si è limitato a seguire le direttive decise da Uefa e Figc per combattere questo fenomeno. A pagarne le conseguenze più di tutti sono stati gli abbonati che non potevano essere ricollocati altrove e dunque si sono dovuti accontentare di “sentire” la partita da fuori l’Olimpico. La prima di campionato senza lo zoccolo duro dei propri tifosi non è un bel biglietto da visita per la Lazio, ma tant’è. Quello di ieri sera è stato soltanto l’ultimo (si spera) degli episodi legati al razzismo che hanno coinvolto il mondo biancoceleste che ha un disperato bisogno di rifarsi un’immagine. Operazione fondamentale per una società che vuole ambire sempre più a palcoscenici europei, dove “scherzare” su certi argomenti è semplicemente vietato. Senza il bisogno, ipocritamente italiano, di sottolineare il “severamente”…
LO SLOGAN – E così la Lazio è scesa in campo con una maglia speciale per stigmatizzare l’accaduto. “We Love Football, We Fight Racism”. Sposare il calcio e combattere il razzismo. Non è la prima volta che la Lazio scende in campo con maglie speciali contro il razzismo, era già successo infatti nella scorsa stagione sempre contro l’Udinese dopo i fatti capitati nella partita con il Tottenham. Sugli spalti la voce dei tifosi si è fatta sentire, anche quella degli assenti. E’ comparso uno striscione in tribuna Tevere: «Non esiste sentenza, non c’è condanna che ci tenga lontano da ciò che amiamo. Sempre presenti. Curva Nord».
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