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Lazio, Vavro che stoccata a Inzaghi! “In passato…”

Vavro

Lo slovacco torna dopo il prestito in Spagna: ha ritrovato fiducia e titolarità, ma questa è la sua ultima occasione a Formello

redazionecittaceleste

Se si pensa agli investimenti della Lazio nelle ultime sessioni, il nome di Denis Vavro si muove pericolosamente in prossimità di quello di Vedat Muriqi. La punta kosovara, costata 20 milioni, si tiene stretta il primo gradino del podio delle delusioni di mercato pesanti per il bilancio. Ma, immediatamente dopo, non può non apparire il nome di Denis Vavro, costato circa la metà - 10,5 - ma altrettanto deludente nella sua prima avventura in biancoceleste. E oggi, dopo un prestito semestrale e un cambio in panchina a Formello, lo slovacco è determinato a cambiare rotta.

 Tare e Denis Vavro

Nuovi obiettivi

Come scrive il Corriere dello Sport, infatti, Vavro avrebbe addirittura parlato in Danimarca, rilasciando la seguente dichiarazione. “Dopo le vacanze tornerò a Roma e, con l’arrivo di un nuovo allenatore, mi sentirà ancora più motivato. In passato sono stato messo fuori squadra perché il vecchio allenatore non mi voleva, per questo me ne sono andato”. Il contratto di Vavro con i biancocelesti, del resto, scadrà nel 2024. Troppo lontano per far scegliere a tutti, giocatore e società, di rinunciare al tentativo di una rivalutazione della sua avventura alla Lazio. Ad aiutarlo in questo, potrebbe esserci allora Maurizio Sarri che lo valuterà sicuramente in ritiro. Magari avvantaggiato anche dalla momentanea assenza di Acerbi - causa Europei - Vavro potrà anche essere seguito con più attenzione e chissà che non possa sorprendere.

Esperienza spagnola

In Spagna infatti, nei sei mesi passati all’Huesca, Vavro si è presto preso la maglia da titolare. È vero, cambia la squadra e cambiano quindi gli obiettivi. Ma aver messo minuti nelle gambe con continuità potrebbe avergli fatto ritrovare la fiducia e l’autostima necessarie per riscattare un primo anno e mezzo deludente. E, in questo, potrebbe aver aiutato anche la convocazione in nazionale. Non ha giocato nemmeno un minuto a causa della positività al Covid e dall’eliminazione ai gironi della Slovacchia, è vero. Però, intanto, con sei mesi in campo è riuscito a convincere il proprio CT. E chissà allora che non riesca a fare lo stesso anche con Sarri. Del resto lo sperano tutti in casa Lazio: dalla società all’allenatore, senza ovviamente dimenticare i tifosi.