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Lazio, spaventa la nuova mancanza di carattere

Lotito-Immobile

I biancocelesti vanificano l'ultima impresa di San Siro. Sono sulle gambe e poco cattivi, ma Inzaghi non vuole sentir parlare d'assenza di cattiveria

redazionecittaceleste

FERRARA - E' una Spallata che rischia di vanificare l'ultima impresa. E' una Spallata che fa male se non la contrasti con furbizia. E' questo che Inzaghi rimprovera alla sua squadra:

«Dispiace perché era una grande occasione che non abbiamo sfruttato. È mancato il cinismo nelle poche chance che ci hanno concesso. Sapevamo che non ne avremmo avuto tant, 3 nitide sì». Il rigore in movimento divorato da Immobile, il tiro di Leiva sotto le gambe di Viviano. Marusic a due passi lo ha poi graziato. Gol sbagliato, rigore subito: «E' una beffa aver perso una partita del genere, al di là del penalty che i miei ragazzi dicono non ci fosse. Succede che il Var, in un contatto fortuito, ferma il gioco e lo concede pure quando i giocatori della Spal affermano il contrario». In realtà, chiarisce mister Semplici: «Cionek aveva paura di essere ammonito, ma il rigore è sacrosanto. Sono felice perché abbiamo battuto con merito una squadra che sta così in alto». Il problema è che adesso il piano Champions si è di nuovo complicato. Spaventa un'improvvisa mancanza di carattere, ma Inzaghi non ci crede: «No, l'atteggiamento è stato giusto. Dobbiamo essere solo più cattivi sotto porta. E, soprattutto, essere più maturi. Se non riesci a vincere, allora non devi perdere. Con la Spal avevamo già avuto difficoltà all'esordio dell'anno scorso, finì 0-0. Ha ottimi elementi, i tifosi hanno spinto, ma ci dovevamo prendere almeno il pareggio. Ora guardiamo però avanti, domenica c'è un'altra partita col Sassuolo, possiamo di nuovo accorciare la classifica». E far tornare qualcuno dall'infermeria: «Spero che Radu e Pedro Neto siano disponibili per la prossima sfida. Dobbiamo recuperare le forze perché ci aspetta un'altra gara insidiosa». Stavolta non ha portato fortuna Lotito in trasferta. E pensare che il presidente c'aveva preso gusto dopo San Siro. Dal 2015 non viaggiava così al fianco della sua Lazio, ieri aveva dato il cinque a tutti i calciatori prima dell'ingresso allo stadio. Alla fine il presidente è uscito dal Paolo Mazza scuro in volto.

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